Un marziano indipendentista

bampoIl 27 giugno prossimo il Consiglio regionale del Veneto, su iniziativa del movimento politico “Indipendenza Veneta”, si riunirà in seduta straordinaria per la discussione del referendum riguardante  l’Indipendenza del Veneto.  Sì, ho scritto giusto, INDIPENDENZA e non autonomia. Vuol dire: creare uno Stato nuovo, libero e sovrano che nulla abbia a spartire  con Roma.  AUTONOMIA è invece il principio che sancirà il rapporto della Regione Dolomitica (e delle altre province autonome federate), con lo Stato Veneto.

Non si tratta, quindi, dell’abbandono dell’obbiettivo autonomista, bensì solamente di un suo diverso percorso attuativo. Il Consiglio regionale dovrà possibilmente decidere anche la data in cui tale referendum potrà essere tenuto(*). Sicuramente ed indipendentemente dal risultato, il motivo alla base della seduta straordinaria possiede una  assoluta valenza storica. Molti organi di informazione faticano a dare la giusta enfasi all’iniziativa, forse pensando che si tratti solo di propaganda o, al massimo, bontà loro, di un fatto che riguarderà un futuro solo ipotetico e comunque molto lontano. Invece, un giorno vicino, molto, ma molto, vicino, tanto da cogliere di sorpresa i più, i mass-media si accorgeranno dell’errore di valutazione compiuto.

Andando in giro a parlare con la gente, rilevo che pochi hanno cognizione di quanto stia succedendo. Pochi riflettono anche sul fatto che i grandi cambiamenti della storia recente (costruzione ed abbattimento del muro di Berlino, dissolvimento della URSS, divisione tra la repubblica Ceca e quella Slovacca ed altro sono avvenuti nel volgere di mesi, quando non di settimane o di giorni e, spesso, senza preavviso (**).  Sono ancor meno le persone che colgono la differenza tra richiesta di autonomia ed istanza indipendentista. Ricordo a  me stesso, pertanto, che la prima passa attraverso Roma e quindi è destinata a rimanere un sogno irrealizzato e che la seconda invece si rifà (ma non solo)a quel  trattato di New York sull’autodeterminazione dei popoli, che è stato accettato e sottoscritto dal governo italiano.

In virtù di tale trattato l’iniziativa referendaria non dovrà assolutamente passare per Roma proprio perchè l’Italia ha già assimilato il fatto che un popolo possa dichiararsi indipendente godendo della benevolenza e della protezione degli Stati aderenti.  Quello veneto,  per legge, è un popolo e, come tale, non è mai stato disconosciuto da Roma. Esso quindi ha il diritto di proclamare la propria indipendenza, senza che Napolitano, Letta o il parlamento stesso possano farci nulla…al massimo possiamo lasciar loro esprimere il proprio comprensibile dispiacere! Poco conta infatti se, gli “illuminati” governanti italioti che firmarono il trattato, pensassero che questo potesse essere applicato solo ai Tibetani o ad altri popoli lontani da noi.  Ahimè, l’hanno firmato e così l’hanno reso accessibile anche al popolo veneto.

Ad eccezione dei  miei amici del PAB, (movimento che, fortunatamente da sempre, ha affermato la via autonomista all’interno dell’indipendenza del Veneto) e di qualche altro addetto ai lavori della politica, quando parlo di indipendenza  alla gente, mi sembra di essere un marziano in quanto, davvero una minima parte di persone aveva colto prima, quanto più breve, veloce e facile fosse il percorso indipendentista rispetto a quello autonomista puro. L’incomprensione fa parte dei processi evolutivi della politica e, a livello personale, l’ho già sperimentata quando parlavo di autonomia e federalismo 30 anni orsono, ricevendo in cambio soprattutto lo sberleffo e la compassione proprio di chi, oggi, proclamandosi magari autonomista “da sempre”, reputa che io e gli altri pionieri si rappresenti una scomoda memoria storica. Rispetto ad  allora, comunque, in molti hanno dovuto ricredersi su certi temi. Si ricrederà, perciò, anche chi oggi pensa che la Repubblica Veneta sia un fatto legato alla storia passata e non il motivo fondante di quella futura.

Paolo Bampo 09.06.2013
Indipendenza Veneta

(*) Il referendum ha valenza puramente consultiva, ma il suo risultato ampiamente positivo (già oggi circa il 57% dei veneti si è dichiarata favorevole in un sondaggio ufficiale) sarà lo strumento utilizzato per dimostrare a tutto il Mondo la volontà del popolo veneto circa il raggiungimento della propria indipendenza. Una assemblea rappresentativa  del popolo (il Consiglio regionale, oppure in suo difetto, un’assemblea di Sindaci, oppure l’assemblea degli “stati generali” del  Veneto comprensiva di istituzioni, rappresentanti di categorie sociali, produttive, politiche, intellettuali, gente comune          e lavoratori) dovrà poi proclamare unilateralmente la “Dichiarazione di Indipendenza” da inoltrare all’ ONU per la ratifica o anche solo per conoscenza. Teniamo presente che il parere di Roma, dei suoi organi istituzionali e persino della sua Costituzione (superata dalle leggi  e dai trattati internazionali sottoscritti dall’Italia), è del tutto ininfluente.

12 risposte a “Un marziano indipendentista”

  1. Attenzione. Vero che Roma in teoria non può fare nulla dal punto di vista della legalità, ma il referendum se verrà indetto, partirà una propaganda CONTRO il SI e sappiamo benissimo come tale macchina da guerra, finora, ha funzionato ad arte nello Stato italiano, basta vedere le ultime elezioni, quanti hanno votato per le istanze indipendentiste e quanti per i soliti pataccari. Dobbiamo assolutamente trovare i mezzi (soprattutto) economici) ed informare i veneti di questa occasione. Da parte mia, attorno a me ho sempre cercato di spiegare questo evento di portata epocale per le nostre terre, e posso dire che almeno nove persone su dieci, sarebbero per l’indipendenza.
    Il difficile inizia adesso, finora è andata liscia… per le bollicine bisogna far fermentare le menti ferme di tante persone.
    Forsa e corajo, testa basa e vanti tuta!
    WSM

  2. A Paolo Bampo riguardo il bellunese. Ho lavorato per due anni e mezzo per la più importante azienda metalmeccanica di quella provincia (io sono padovano), dal 2009 al 2011. In quell’azienda avevo fatto diverse conoscenze e nessuno sembrava voler capire l’istanza indipendentista (già allora nel mio privato avevo queste idee e cercavo di diffonderle).
    Spero che nel frattempo siano cambiate certe menti, visto che i bellunesi, diventeranno i nostri polentoni e noi i loro terroni 🙂

  3. ho sempre tifato per la provincia di Belluno incastonata fra due regioni che da sempre godono di situazioni di privilegio, e perciò impegnata in una lotta impari per sopravvivere nonostante la bellezza incomparabile delle sue montagne, le magnifiche sue vallate dove gente laboriosa e senza voce si dibatte tra mille difficoltà e inventa strategie geniali per poter rimanere attaccata al proprio territorio e non dever riprendere la dolorosa antica via dell’emigrazione…
    Presto finalmente potrà imboccare una strada nuova nella nuova Repubblica Veneta a cui approderemo, dove tutti i territori troveranno la loro valorizzazione nelle forme più confacenti alle loro aspirazioni e alle loro specificità…
    Saremo lo stato più bello del mondo e ci adopereremo per conservarlo e valorizzarlo!
    par tera par mar San Marco!!!

  4. Articolo tratto da : Informacittadini n°283 del 10.06.2013

    VENEZIA, “PAR TERA E PAR MAR” MANIFESTAZIONE CONTRO LE GRANDI NAVI

    VENEZIALa protesta contro le grandi navi in bacino San Marco diventa internazionale e ottiene supporto anche da Francia e Germania. In occasione della tre giorni di mobilitazione contro il transito dei “colossi del mare” a Venezia, infatti, arriveranno gruppi di attivisti anche da Francoforte, Stoccarda e Nantes. “Par tera e par mar”, questo il titolo della manifestazione in programma dal 7 al 9 giugno a Sacca Fisola, una battaglia per “scacciare” gli enormi natanti dalle zone a rischio della Laguna. La manifestazione si estende a tutte le grandi opere che minacciano ambiente e salute, tanto in Italia quanto nel resto d’Europa. Ecco quindi che si vanno ad aggiungere anche il Comité contre l’Aéroport de Notre Dame Des Landes di Nantes e delegazioni di ambientalisti tedeschi, tutti sotto la bandiera del “No grandi navi”, ma tutti anche per ricordare le loro battaglie. La manifestazione porterà gli attivisti da piazzale Roma al Porto mentre, dalle 16, avrà inizio il grande corteo acqueo lungo il Canale della Giudecca con partenza da San Basilio. Vi sara’ poi la riunione del 13 giugno a cui parteciperanno il sindaco Orsoni, il governatore del Veneto Zaia, il ministro dell’Ambiente Orlando, il presidente dell’Autorità portuale Costa, il comandante delle Capitanerie di porto Ammiraglio Angrisano, il presidente di “Clia Europe” (armatori stranieri) d’Ovidio. All’ordine del giorno il tema delle alternative al passaggio delle grandi navi davanti a San Marco.
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    Solidale anch’io con chi si lamenta per il passaggio delle grandi navi, proprio di fronte a piazza San Marco.

    Sarebbe molto più utile una piattaforma di scambio oltrelaguna.
    Le grandi navi attraccano e i turisti, con navette simili a vaporetti ( magari a spinta elettrica, quindi non inquinanti ), partono per la visita della nostra capitale lagunare, dietro corrispettivo del costo del biglietto per il trasbordo.
    Il disastro della Costa Concordia, ha dimostrato che il passaggio in prossimità di centri abitati frontemare, presenta sempre margini di rischio.

    Inoltre, un simile progetto, sarebbe fonte di nuova occupazione per alcuni veneziani.

  5. Sa un lato penso che per diffondere la notizia il 6 Ottobre sia troppo presto, dall’altro penso che il momento è propizio perchà mentre i buffoni di Letta e Berlusconi parlano di braccio di ferro con la Merkel la Germania ci sta già aiutando in realtà, tanto è che è notizia fresca fresca che acquisti dei BTP da parte della Germania dovrà essere sospeso perchè giudicato violare i patti dell’UE. Quindi si parla i sospensione nei prossimi mesi dell’acquisto di titoli italiani, TRADOTTO SPREAD A 500.

  6. è assurdo che già dal ponte che collega Mestre a Venezia si scorga dal treno questo mostro che sovrasta la città, quasi ad umiliarla, a trasformarla in giocattolo per turisti…
    Nessuno pensa al rispetto dovuto a Venezia e ai veneziani e a tutti quelli che arrivati dall’entroterra al bacino di San Marco vogliono gustarsi la meraviglia di colori e di architetture che questa città riserva loro…
    Vergogna! che fanno gli amministratori? perchè accettano di essere succubi degli speculatori che si nascondono dietro a questi mostri del mare?

  7. Concordo con Lei Caterina; ha espresso perfettamente i sentimenti di indignazione che provo anch’io quando vedo la mostruosa bruttura di quelle navi portare, senza alcun rispetto, il pericolo mortale in seno alla
    nostra unica, meravigliosa capitale.
    L’indipendenza servirà anche a salvare veramente Venezia dai mille attacchi che subisce da parte degli infiniti suoi sfruttatori spietati, i quali, se non fermati, finiranno per distruggerla in breve tempo.
    Che San Marco ci aiuti!

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