Noi di Indipendenza Veneta non siamo mai stati a guardare.
Ciò che distinto sempre il nostro movimento è l‘azione consapevole di fronte all’immobilismo politico locale.
La percezione dei cittadini Veneti di essere sostanzialmente impotenti di fronte allo strapotere della classe dirigente prostrata a roma è stata definitivamente ribaltata.
L’impegno a far rialzare la testa ai Veneti ha dato i suoi frutti :
il 30 luglio una prima assemblea straordinaria del Consiglio Regionale per la legge referendaria per decidere del nostro libero futuro.
Il cambio di rotta è palese e la nostra azione è a tutto tondo.
Da sempre i cittadini ci chiedono come si delinea concretamente la futura Repubblica Veneta.
Temono il realizzarsi in Veneto di una piccola italia in miniatura.
E’ quello che rifuggiamo.
Nel percorso di indipendenza stiamo delineando una mappa di questioni che lo stato italiano ha causato e lasciate irrisolte .
E’ per questo che Indipendenza Veneta crea le consulte .
Esse sono formate da coloro che , generosamente, mettono a disposizione le proprie capacità ed esperienze per tracciare il quadro attuale della situazione ed individuare percorsi risolutivi.
Noi della Consulta per il Sociale e la Sanità Veneta ci troviamo ad analizzare , attraverso dati obiettivi forniti da associazioni ed enti , alla devastazione attuata dall’italietta .
Lo staterello corrotto che ha agito sprecando le risorse locali e convogliandole verso altri lidi ben lontani dal Veneto.
Risorse che sono state utilizzate spesso secondo la logica del malaffare come ben sappiamo anche solo leggendo i giornali.
Adesso i nostri figli , i giovani e gli anziani stanno pagando per tanta scelleratezza e disonestà.
Potremmo riempire questa pagina con dati e numeri relativamente allo smantellamento e depauperamento criminale che colpisce i servizi , la scuola , la sanità ed il sociale in generale.
Ne son pieni i giornali ed i fatti di cronaca portano quotidianamente alla luce questa realtà.
Certamente in prossimo futuro forniremo i dati, ma sappiamo che le esperienze di difficoltà e disagio che i Veneti sperimentano già ci danno il polso della situazione.
Fin qui nulla di nuovo però e a poco serve la sterile denuncia.
Ciò a cui stiamo lavorando come Consulta per il Sociale e la Sanità Veneta è la traccia di soluzioni che vogliamo proporre ai cittadini attraverso incontri e conferenze sul territorio.
Stiamo delineando il Veneto , possibile in certi casi anche già da ora, ma certamente realizzabile al momento della nostra Indipendenza.
Chiediamo a tutti : che Veneto volete ?
I Veneti decidano che veneto vogliono !
Chi desiderasse partecipare con il proprio contributo di idee maturate per esperienza professionale ed impegno nel sociale è ben accetto .
Hanno già aderito al progetto e collaborano medici , operatori della sanità, docenti , assistenti sociali ecc.. uniti nell’intento di promuovere finalmente il Veneto che ci meritiamo !
Teresa Davanzo
Direttivo Nazionale Indipendenza Veneta
Consulta per il Sociale e la Sanità Veneta
Ripeto ed insisto, che al di là della decisione della Regione per il referendum, la secessione la dobbiamo fare comunque ed in ogni modo possibile, ne va della nostra sopravvivenza.
Poi con leggi nostre, dure, durissime, raddrizzeremo tutti i pali storti che ci troviamo, altro che italietta in miniatura.
Se il referendum non dovesse essere avallato, ci ricorderemo dei traditori veneti.
La CGIL, da tempo, ha messo in campo proposte concrete, in particolare sulla necessità di attivare una rete territoriale dei servizi di cure primarie sul modello H24, per ridurre i ricoveri e gli accessi impropri ai Pronto soccorso. Un obiettivo strategico importante, peraltro contenuto nel nuovo PSSR, ma che rischia di restare sulla carta se qualcuno immagina di utilizzare la politica dei due tempi nell’attuazione del Piano e cioè prima si chiudono gli ospedali poi non si sa cosa succede. Questa deriva del servizio socio sanitario veneto va fermata, prima che sia troppo tardi.
Caro Becky, le tue segnalazioni di questi problemi si potranno risolvere solo quando il Veneto tornerà indipendente. Dato che sei un comunista ti assicuro che un giorno sarò disposto a votare (perchè no?)anche il Partito Comunista Veneto… se lavorano bene.
Tessera 1633.
Le questioni poste da Teresa Davanzo e dal signore della CGIL sono molto importanti, ma per diversi motivi e dovremmo dire in DUE PAROLE quale potrà essere la differenza fondamentale tra la nuova Repubblica Veneta e la vecchia Italia, in modo che anche il signore della CGIL possa decidere se far parte della nuova comunità.
Dopo anni di riflessioni ho sviluppato delle conclusioni che si riducono, tutto sommato, a questo:
Nella nuova Repubblica, nei tribunali, al posto de ‘La legge è uguale per tutti’, si dovrebbe scrivere:
OGNI DECISIONE CHE NON RIGUARDI ESCLUSIVAMENTE LA PROPRIA PERSONA MA CHE COINVOLGA ANCHE SOLO UNA SECONDA PERSONA, COMPORTA LA RESPONSABILITA’ NEL PRESENTE E NEL FUTURO CIRCA LE CONSEGUENZE DELLA DECISIONE STESSA.
Ovvero: anche dopo dieci anni o cinquanta anni, saranno responsabili, ad esempio, in una votazione al Parlamento, tutti i votanti di una certa legge: se la legge sarà andata bene (e questo sarà poi misurato con criteri oggettivi) ci saranno punteggi positivi per coloro che hanno votato a favore e punteggi negativi per coloro che hanno votato contro. Se viceversa la legge NON sarà andata bene, i punteggi saranno invertiti con punteggi positivi a chi ha votato contro eccetera.
Questo criterio dei punti dovrà essere diffuso il più possibile e i criteri dei punteggi saranno stabiliti da persone che NON POTRANNO AVERE NIENTE A CHE FARE CON LA POLITICA, CRITERI CONFERMATI DAI CITTADINI.
Ogni anno, inoltre, verranno radiati obbligatoriamente tutti coloro che avranno raggiunto certi punteggi negativi e saranno candidati a cariche più elevate tutti coloro che avranno raggiunto i migliori punteggi positivi.
Tutto questo risponde al criterio che per ogni decisione, anche la più insignificante, la responsabilità non potrà essere a chiacchiere, come oggi a Roma, dove, ogni minuto secondo, qualcuno parla a vanvera di assumersi le proprie responsabilità perché questo è il vero tallone d’Achille e che , come diceva Ennio Flaiano, da un certo parallelo in giù non si sa nemmeno la responsabilità che cosa sia. La responsabilità sarà invece perenne, ad indicare le capacità di una persona e i politici non dovranno più esorcizzarla, perché sarà divenuta una realtà. Invito Teresa Davanzo a fare di questo principio il suo cavallo di battaglia perché, se ci pensate bene, risolverebbe tutto. Risponde tra l’altro al vecchio principio Esseno di Hillel: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te.” Se hai votato a favore si una legge che crea gli esodati, sarai punito e nessuno lo potrà evitare.
Mi rivolgo al signore della CGIL per chiedergli quanti punti avrebbe conseguito il suo sindacato negli ultimi 55 anni, seguendo questo principio. Alla Zoppas di Conegliano, nel 1969, con tre mesi di paga un operaio si comperava una Fiat 500. Poi, sono arrivati i sindacati che anche se hanno fatto delle cose buone non hanno mai pagato per i loro errori. Quanti mesi di paga di un operaio (sempre che lavori…) sono necessari oggi per comprare una utilitaria? Alla risposta probabile sulle aziende in crisi rispondo che nessun sindacalista ha previsto la crisi attuale, aumentanto la flessibilità del suo movimento.
N.b. aggiungo che Ennio Flaiano, abruzzese, nello stesso contesto diceva che solo l’Italia settentrionale ha un’idea della solidarietà. I sindacati hanno applicato (e vogliono continuare ad applicare), con la stessa protervia dei politici, dei principi immodificabili.
Geminello Alvi aggiunge che bisogna assolutamente che il Veneto riconsideri attentamente i valori della propria cultura.
Ai polentoni, solitamente, non appartiene la logica di far fessi i nostri simili: ma non siamo del tutto scemi e non vorrei che vecchi sindacati pensassero di entrare nella Repubblica Veneta applicando gli stessi immarcescibili princìpi.
Viva San Marco, quello in Piazza per antonomasia.
CHI dovrebbe essere eletto per elargire il punteggio su tale legge?
DA CHI dovrebbe essere eletto tale persona con un compito così delicato?
X Giorgi:
Io sono molto più drastico e più sintetico: meglio eliminare i sindacati, soprattutto la CGIL, notoriamente fanatica comunista e palla al piede di tutta l’economia. Se faremo la secessione, ce li troveremo contro, poiché faranno di tutto per riunificare l’italia. Poco ma sicuro.
Non capisco perché scomodare il sindacato per una questione di USL.
Quale competenza può avere?
Perchè un operaio che vota a sinistra ha una doppia rappresentanza, una politica e una sindacale, mentre un cittadino normale con un negozio di frutta e verdura ha una unica rappresentanza politica?
Vi rispondo io: perchè a Roma c’è corruzione e si mangia. Siccome i sindacati rompono, lasciamogli una fetta.
Dove lo mettiamo il referndum truffa dove i cittadini avevano deciso che nel silenzio degli iscritti l’obolo sindacale non doveva essere pagato? E dietro le lacrime dei sindacalisti, il referendum è stato annullato (maggioranza bulgara fu). E come mai il sindacato è una libera associazione, non organizzata né in società né in altre forma, per cui non sono soggetti alle stesse disposizioni che riguardano, come anche i partiti, una società qualsiasi? Non ci sono i contributi per i dipendenti.
E come mai, dopo la scala mobile obbligatoria abolita per sopravvivenza dell’Italia, i sindacati hanno accettato l’inflazione programmata, passando da una posizione di supporto ad una punitiva? L’inflazione programmata è una contraddizione di termini.
E come mai non c’è una battaglia sindacale all’ultimo sangue per tre milioni di persone che lavorano in nero? E come mai i disoccupati non sono tutelati anche se vogliono pagare la tessera sindacale?.
Come si risolvono queste cose?
Con un taglio netto, lasciando fuori tutti coloro che sono stati coinvolti nel vecchio sistema. La cittadinanza nella Repubblica Veneta non sarà necessariamente concessa a tutti coloro che ci abitano.
Tessera 1633
Che idee grandiose!
Non fraintendetemi; non c’è ironia!
Sogno uno Stato GIUSTO dove le prevaricazioni saranno ridotte al minimo.
Credo che la via delle consulte o gruppi di lavoro nei vari settori sia il metodo più opportuno per prepararci ad affrontare il fuoco incrociato di chi tenterà di smontare la nostra proposta indipendentista.
Da parte mia ho provveduto ad inviare ai vertici di I.V. una serie di opzioni di modello di difesa su cui lavorare una volta che sarà indicato politicamente l’obbiettivo strategico a cui fare riferimento.
Non dimentichiamo che oltre ai temi tecnici come, appunto, sanità, sociale, agricoltura, trasporti, economia ecc, esistono i grandi temi su cui ogni progetto politico-istituzionale poggia: moneta, esteri, difesa e giustizia.
e questi sono i settori primari su cui lavorare per per non farci trovare impreparati.
Eventi, come le “diete tematiche” potranno essere i contenitori nei quali sviluppare il dibattito sui vari argomenti.
Se una cosa non funziona occorre, prima di eliminarla, tentare di cambiarla. I sindacati esistono in tutti i paesi civili ed avanzati, pertanto, a maggior ragione, non mancheranno neanche nella nuova Repubblica di Venezia. In Italia hanno fallito non perché non siano necessari, bensì perché in quel paese non funziona nulla. Vediamo quindi di non ragionare come gli italiani, i quali non sanno far altro che passare da un estremo all’altro. Una cosa non va proprio? Benissimo, ci si rimbocca le maniche e si lavora per modificarla. Una cosa potrebbe andare meglio? Benissimo, ci si muove per migliorarla.
in riferimento a quanto affermato da Paolo Bampo con il quale mi trovo perfettamente d’accordo.
credo che al di la dei gruppi di lavoro e varie consulte, sarebbe interessante avere dei contenitori per tematiche on line, in modo che tutti possano contribuire a progettare lo stato che voremmo avere.
in ogni caso mi auguro che il buon senso ci guidi a scegliere in maniera semplice, copiando senza tanti
scrupoli gli ordinamenti di quelle nazioni che hanno dimostrato di funzionare meglio (svizzera,svezia danimarca……)
spero proprio che non andremo a inventare l’acqua calda
saluti
lo spero anch’io. Sarebbe puro esercizio di volo pindarico: inutile e presuntuoso.
La paura è superiore alla realtà. SI teme forse che i sindacati saranno esclusi? Perché? Sin’ora hanno sbagliato? Sì? Bene, e se nel resto del mondo sono stati fatti gli stessi errori, è questa una buona ragione per perseverare? Mal comune non è mezzo gaudio ma disperazione.
Nessuno ha detto di eliminare i sindacati: è sufficiente che accettino anche loro, come gli altri, di pagare le conseguenze dei loro sbagli: non saranno ammessi privilegi e davanti al fuoco, ai vostri figli, potrete dire la verità, non pietose bugie.
Chiunque dovrà essere responsabile delle conseguenze delle decisioni alle quali ha contribuito.
Inoltre, le responsabilità vanno charite ed assegnate al momento delle decisioni: chi le prende? La decisione x è stata presa a maggioranza dai partiti a e b. Il fatto che sia stata presa a maggioranza, non significa l’irresponsabilità in caso di conseguenze negative.
Se le conseguenze saranno positive, saranno premiati, avranno punti positivi, avranno una carriera futura, altrimenti pagheranno: non potranno più decidere.
Esempio: di chi è la colpa della situazione debitoria attuale? Non si sa.
Di chi è la colpa degli sprechi attuali? Non si sa: andavano definiti evento per evento.
Dopo un po’, la colpa è sempre dell’altro e il merito è sempre mio.
Questo suscita astio, rancore, insomma, genera la situazione attuale.
Dobbiamo essere in grado di accantonare coloro che non sono all’altezza.
Inutile cercare di adattare alla nuova Repubblica la realtà attuale. Come dice Morosin, non c’è niente da salvare e parecchie di queste cose si ritrovano anche nell’Unione Europea. Ma, a differenza dell’Italia, se la Repubblica Veneta non avrà debiti, potrà dire addio all’Europa, se sarà necessario.
Il proverbio “Chi sparagna, la gatta magna” va cancellato. Noi veneti abbiamo sempre lavorato e risparmiato, ottenendo in cambio insulti ed ironia.
Tessera 1633
Mi sono imbattuto nella questione indipendenza con un mio amico…non c’è verso, secondo lui indipendenza significa chiudersi, ma non è riuscito a ribattere nulla (sguardo incredulo e sbiadito) sulle questioni storiche con i risvolti attuali a noi nascoste e l’ho invitato a leggersi qualcosa di vero.
E’ impressionante che si tenti di salvare l’itaglia sputando sui propri avi di 3 generazioni passate.
Io la vedo in questo modo, è la questione che al tempo mi ha avvicinato all’indipendenza e a capire il perchè ero proteso verso un veneto indipendente. Di come siano stati trattati i nostri antenati e sono morti all’epoca per la causa, è il motivo che più mi rende ostile lo stato in cui viviamo, fascista rosso.
Il mio amico in realtà non vuole perdere Alfa, Italia calcio e Ferrari. Tutto qua quello che ci unisce sotto la stessa attuale bandiera? Non riesce ad offrire argomentazioni valide, e si convince senza ragione dell’italia unica e indivisibile. Se uno non vuol capire, non si può far nulla, fortunatamente sono pochi quelli irragionevolmente ostili.
Avevo bisogno di sfogarmi a voi…grazie
Simone
consolati pensando che comunque andando a votare secondo la sua opinione in un certo senso contribuirà alla validità del referendum…perchè non c’è dubbio che quelli che vogliono un Veneto indipendente saranno la maggioranza!
Accidenti! Caterina ho letto il tuo post e hai ragione. Anche le teste de rapa devono andare votare se si vuole raggiungere il quorum. Simone,scusa e desmentega quello che ho scritto.
Pettenò è favorevole al quorum zero per i referendum.
citazione:
Pettenò chiede che “la proposta soggetta a referendum sia approvata se alla votazione è stata raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi”. “Prevedere il quorum della metà più uno degli aventi diritto al voto per i referendum abrogativi – aggiunge – rappresenta un favore ai sostenitori del ‘no’, che avvalendosi dei voti inespressi degli astensionisti ottengono che il referendum sia invalidato. Invece, in una consultazione popolare – conclude Pettenò – deve decidere chi vota e non chi si astiene o non si interessa al quesito posto: è questa una delle regole di base che fanno funzionare bene la democrazia diretta nei Paesi con lunga esperienza in materia di referendum, cone la Svizzera o la Baviera”.
Simone, quei tipi là non devono essere informati perchè è tutta energia sprecata. Piuttosto li disinformo dicendo che il referendum non si farà, così almeno non vanno a votare. Anche quei pochi cittadini veneti con un impiego statale non devono essere informati, perchè a loro non interessa come mi ha detto un mio parente anche lui ex-impiegato statale con una pensioncina di tutto rispetto.
Mentre ero in vacanza mi erano state segnalate delle disfunzioni nel presente sito.
Noto invece con molto piacere che tutto pare funzionare come al tempo della mia partenza.
Ad maiora !
CrisV 🙂
Ciao Crisvi.Come ti avevo detto nel sito cantaruttone censurano tutto.Io ho inviato parecchi messaggi e sono stati tutti cancellati.Anzi no.Volevo precisamente dire che me li hanno tutti censurati e non sono mai apparsi nei commenti grazie ai loro filtri.Mettono in pubblicazione solo quei commenti che idolatrano i loro capi e le loro iniziative.Per gli altri indipendentisti non c’è posto a quanto sembra.Pare un partito di pochi fatto per pochi.Certamente presto o tardi rimaranno in pochi.
complimenti e grazie Ernesto Giorgi. Sono con te .
CHI SBAGLIA PAGA E CHI FA BENE SIA PREMIATO.
E’ solo così che si tolgono le mele marce dal cesto ( e che poi farebbero marcire anche le altre, come mi aveva insegnato, sin da bambino , mio padre )
Evviva San Marco
Evviva Venezia
Evviva il Veneto Libero ed Indipendente !!!!!!!!!!!!