ATTRATTI DALLA LIBERTA’
La libertà indica in generale, facoltà di vivere, di muoversi, di agire, secondo la propria volontà e la propria natura, senza essere sottoposti a limitazioni e costrizioni.
La libertà è stata definita nell’antichità come “autodeterminazione in assenza di condizioni e di limiti”. La libertà è la manifestazione non repressa della vitalità. La libertà si identifica anche con la spontaneità delle tendenze, nel senso che l’uomo è libero quando può realizzare i suoi desideri.
Solitamente si dice che “la libertà di un individuo finisce dove inizia quella dell’altro”. Non è così, al contrario, la libertà individuale è confermata da quella altrui, cioè, maggiore è il numero delle persone libere, maggiore sarà la libertà individuale. E’ quindi un interesse personale dell’individuo ampliare le libertà altrui, poiché in questo modo si ampliano anche le proprie. Indipendenza Veneta si ispira a questo principio e vuol essere volano di una riorganizzazione politico-economica che sta interessando tutta l’Europa.
In qualunque forma si manifesti, la libertà è legata al principio dell’autogestione: libertà di autogestirsi e autogestire i problemi e le risorse della collettività. In breve, spetta alla collettività delusa e non più ai suoi rappresentanti eletti, i quali hanno miseramente fallito nel loro unico compito (ridurre drasticamente gli sprechi dello Stato), trovare la soluzione alternativa al declino di italica matrice, per determinare il futuro cammino del virtuoso popolo veneto.
Il sistema borghese dominante, ha banalizzato e ridicolizzato il concetto di libertà. Ci si crede liberi, ad esempio, di avere quante auto si voglia, tanti cellulari; essere liberi di scegliere cosa comprare nei negozi alla moda, che programma vedere alla TV, dove recarsi in vacanza o che CD acquistare; liberi di andare alla messa domenicale, di leggere i giornali, di votare, di sposarsi e divorziare.
Questa è in buona sostanza la nostra libertà percepita, ma siamo anche “liberi” di doverci assoggettare ai meccanismi costruiti e imposti da chi governa e comanda nella nostra società, i quali regalano il dono artificioso di far sentire libero chi vi partecipa, quando in realtà il nostro mondo non si regge su verità effettive, ma imposte, comandate, rese indiscutibili per norma di legge.
La libertà si può realizzare solo ed esclusivamente quando l’essere umano smette di essere sottomesso ad una qualsiasi autorità irrazionale, sia essa un altro essere umano oppure un concetto più o meno astratto (stato, patria, razza) e rivaluta nel contesto storico in cui si trova cosa è buono e cosa non lo è più. Cambiare ciò che non funziona è la cosa più normale del mondo. Il sistema Italia è stato un esperimento mal riuscito. E’ fallito sotto gli occhi indifferenti dei cittadini creduloni e non reggerà fino alla fine del 2014. Purtroppo sono stati commessi molti errori, il sistema si è avvitato su se stesso ed ora alla classe politica impotente non rimane altro da fare che mettersi al riparo “curando” unicamente i propri interessi.
Indipendenza Veneta guarda oltre, si ispira alla libertà di scelta e propone ai veneti di decidere in modo democratico quale direzione dare al futuro della nostra terra. Primo passo: sentirsi un popolo unito ed al prossimo referendum sulla costituzione del nuovo Stato Veneto, votare tutti SI!
Dott. Davide Pozzobon
Socio Fondatore IV
Responsabile formazione
voglia di Libertà condivisa anche da :
-La Sardegna che punta all autodeterminazione
-il territorio libero di Trieste in “guerratecnica” con i trattati di pace mai rispettati dal “amministratore temporaneo” italia
-La Lombardia , color44 e Brescia con la Mozione n. 4/2013/M
Questa, a mio parere, è una falsa idea di libertà, è la libertà del forte di prevalere sul debole, di far trionfare la sua volontà, sempre e comunque, è la libertà dell’anarchismo di destra, del pensiero libertario della frontiera americana. Si è più liberi quante più persone si relegano sotto di noi. Lo stesso Piero Graglia, che pure è un biografo particolarmente generoso nei suoi confronti, concede: “Può sorgere naturale il dubbio, fondato, che Spinelli in fin dei conti nutra un malcelato disprezzo per la pratica democratica e per il sistema rappresentativo” (Graglia, 1993, p. 55).
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