Secondo quanto stabilito dalla Giunta Regionale per il Regolamento lo scorso 13 luglio, per ridare vita alla legge referendaria (p.d.l. 342/2013) serve il consenso preventivo dell’80% del Consiglio Regionale
Articolo tratto dall’originale, pubblicato su Press News Veneto
Ora vi spieghiamo perché il progetto di legge regionale 342/2013 presentato da Stefano Valdegamberi (relativo all’indizione del referendum consultivo per l’indipendenza del Veneto) è morto e sepolto.
Il tutto è conseguenza di una questione tecnica del consiglio regionale, messa in atto dall’approvazione della determinazione n. 8 nella seduta del 13 luglio 2013 della Giunta per il Regolamento del Consiglio Regionale del Veneto. La data è importante: guarda caso è avvenuto proprio prima delle sedute del 30 luglio e del 17 settembre in cui è stata disinnescata in Consiglio Regionale la legge referendaria, a dimostrazione di un piano ordito a freddo dalla partitocrazia italiana.
Cosa dice questa determina? Essa entra nel merito dell’iscrizione all’ordine del giorno in occasione di consigli regionali e della calendarizzazione dell’ordine di lavoro delle commissioni consiliari competenti per le istruttorie.
In particolare essa recita che “ad eccezione dei progetti di legge e di regolamento di iniziativa popolare e degli enti locali di cui all’articolo 20, comma 6, dello Statuto, nessun oggetto assegnato per l’esame alle competenti commissioni può essere iscritto all’ordine del giorno del Consiglio regionale prima che sia concluso il procedimento istruttorio in commissione, salvo quanto previsto dall’articolo 24, comma 3, del Regolamento.”
E poi ancora, in merito ai lavori della commissione competente, essa recita che “con il consenso dei presidenti di gruppi la cui consistenza numerica sia complessivamente pari almeno ai quattro quinti dei componenti del Consiglio è possibile fissare, nell’ambito della formazione del calendario dei lavori di cui all’articolo 8 bis, comma 5, del Regolamento, un termine entro il quale la commissione competente deve concludere il procedimento istruttorio di un determinato oggetto ad essa assegnato in sede referente”.
Che il progetto di legge regionale 342/2013 senza il consenso di almeno 4/5 del consiglio regionale è sepolto forse per l’eternità nella 1° commissione regionale affari istituzionali, assieme alle speranze di tanti poveri soci dei movimenti indipendentisti che credono alle bugie di chi continua a prenderli in giro.
Bugie degne di politici di vecchia data, tra le quali non sappiamo ancora se ascrivere quella detta dall’avvocato Luca Azzano Cantarutti, che ancora ieri su facebook addebitava alla volontà della lega nord la mancata convocazione del consiglio regionale, che in realtà nessuno può più convocare senza il consenso di almeno l’80% del Consiglio Regionale.
Delle due l’una, o l’avvocato dice il falso sapendo di mentire, oppure è ignorante di come funziona il Consiglio Regionale, il che sarebbe ancor peggio, data la propria autoincensata e autoproclamata credibilità istituzionale, svanita come neve al Sole. Tertium non datur.
Per fortuna che nel frattempo è nato Plebiscito2013 che ha dato vita all’iniziativa del Plebiscito Digitale che si terrà il 16 febbraio, altrimenti l’indipendenza del Veneto la vedevamo col binocolo!
Press News Veneto
Post Scriptum: qualcuno ha risposto al nostro articolo facendo presente che in caso di mancato rispetto del termine prefissato per l’esame del progetto di legge da parte della competente commissione il proponente o 10 consiglieri possono chiedere al presidente del consiglio regionale di far iscrivere tale argomento all’ordine del giorno del primo consiglio regionale utile: tale osservazione non tiene conto del secondo aspetto che abbiamo esposto nell’articolo, ovvero che per fissare il termine dei lavori della commissione che farebbe scattare tale norma serva il consenso preventivo dell’80% del consiglio regionale…
mi domando che ci sta a fare il Governatore, se ogni argomento deve passare per le commissioni, che dovrebbero approfondire e accompagnare le istanze che vengono rappresentate o attraverso i Consiglieri o direttamente dai Comuni, dalle Province, dalle associazioni o dai cittadini…è mai possibile che siano meccanismi che anzichè agevolare il percorso delle istanze, ne bloccano la soluzione? Se hanno fatto finta di darsi delle regole per sembrare trasparenti e democratiche e queste creano palesamente inefficienze, le regole si cambiano o si mettono da parte perchè non è possibile che l’inefficienza diventi regina.
Ripeto, cosa ci sta a fare il Presidente che dovrebbe rappresentare il popolo Veneto da cui è stato votato?
mica per stare a guardare lo sfacelo dell’inefficienza!
Si fa un gran baccano contro le Province, ma sono le Regioni da demolire se diventano la fotocopia in piccolo di governo centrale e parlamento….con quel che costano, potrebbero produrre efficienza e non immobilismo…
I Veneti si renderanno conto che anche la Regione cosifatta è da demolire, non solo lo Stato centrale! e sempre più si convinceranno che per cambiare le cose e salvarsi devono fare da sè!
Meno male che alcuni di IV l’avevano capito com’era l’andazzo e si sono dati da fare per metterci con Plebiscito2013 in una strada dove non c’entrano burocrazie che fanno da paraventi ai giochi politici, ma ha solo bisogno di adesione ed efficienza…. Forza Veneti! dobbiamo farcela e conquistarcela la libertà…il Referendum è vicino, diamoci dentro, sosteniamolo…è per noi, per il nostro avvenire, i nostri figli, la nostra terra!
Abbandoniamo i sepolcri imbiancati seduti sugli scranni d’oro…dureranno ancora poco, cominciamo fin d’ora a dimenticarceli…
Aggiungo una sola cosa al buon resoconto di merito, esposto da Cati.
A mio parere, il progetto legge 342 è abortito il giorno stesso in cui Cantarutti, ha praticamente accettato di farsi ” impantanare “, con la commissione dei saggi.
In primo luogo, considerata l’importanza della proposta, al momento dell’insediamento di questo gruppo ( riunione inaugurale ), avrebbe dovuto imporre una scadenza di termini relatori, per detta commissione.
In secondo luogo alzarsi e andarsene sdegnato, richiedendo una conferenza stampa, se questi termini fossero stati procrastinati, come per certi intendimenti, di qualcuno di politicamente sottile e forse tutt’altro che disinteressato, all’esito del giudizio. Non sfugge a nessuno, che i tempi siano stati oltremodo lunghi, eccessivamente dilatati e questo particolare c’invita a riflettere in modo accurato.
In terzo luogo, ma questa è un’idea mia, avrei preferito Morosin a condurre la trattativa al posto di Cantarutti. Avrei puntato su Morosin, sia perchè ” vecchia volpe ” della politica Veneta, che non cade facilmente nei ” tranelli di corridoio “, sia per quel modo proprio d’espandere retorica, in modo solenne e convincente aldilà dei soliti colletti inamidati.
Ricordo inoltre, che il giudizio finale dei ” saggi ” da quanto ho letto, rimane un giudizio non definitivo. A tal fine vi invito a leggere la loro relazione finale.
Cinque mesi sprecati per arrivare praticamente a nulla, salvo l’ottenimento di giudizi provvisori. Non ci rimane che da ringraziare tutti quei ” saggi “, nessuno escluso :
” Grazie di niente !!!! ” 🙁
Sarà interessante verificare i nomi dei candidati di IV alle prossime politiche e le eventuali coalizioni con altri partiti. Sto già ridendo. 🙂
Secondo me ” Veneto Decida ” non durerà a lungo, con tutti i suoi membri fondatori.
Quando qualcuno si renderà conto d’essere diventato una rotellina di un ingranaggio troppo grande per lui, si sfilerà dall’agglomerato.
Ad maiora.
CrisV 🙂
https://www.youtube.com/watch?v=O091QEznZYM
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GIANE 5
CANTA RUTTI 1
NON c’è proprio confronto!
prova apostarlo di la e vedi anche un altra cosa oltra alla mancanza di confronto
Tutti si lamentano di venire bannati per sempre.La democrazia diretta in quella indipendenza veneta è solo la democrazia che dimostravano le BR negli anni di piombo.Mi dispiace ma io non mi sono mai riconosciuta nei partiti unici totalitari.