La storia è uno strano fiume, dove la verità prima o poi, viene sempre a galla. Per questo è uno dei grandi amori della mia vita. Se in matematica, uno più uno fa sempre e solo due, nella storia i fatti sono fatti, non li puoi nascondere. Storia appunto. Può però succedere, che per una qualsiasi convenienza, qualcuno vi “suggerisca” , che quel uno non è poi tanto uno, ma somigli a qualcos’altro, magari a uno zero virgola oppure uno virgola. Così come alcuni fatti semplicemente scompaiono o vengono presentati sotto una luce che esalta o denigra, secondo il vento che tira.
A scuola è una materia di ripiego, insegnata il più delle volte malamente. Piramidi-Greci-Cesari. Salto ai Barbari e Carlo Magno. Giravolta su Svevi e Angioini (il medioevo spesso si riduce a questo). Poi di corsa ai Medici e Colombo. Notte fonda fino alla Rivoluzione francese e Napoleone, preludio alle guerre risorgimentali e Garibaldi, ma l’anno sta finendo, per cui ridurre tutto a figurine per l’album. Prima Guerra, Mussolini, Hitler, campi di sterminio, resistenza, diploma goal.
Dicono che il Veneto non può diventare indipendente, perché c’è stato il Risorgimento. C’è stato Cavour, Mazzini, Verdi ha conposto le sue opere e molta gente è morta per unire l’Italia. Tutto vero. Ma i morti lasciamoli stare. E’meglio. Lasciamoli all’ombra dei cipressi e dentro l’urne contornate di pianto. Credo non ci sia cosa più sporca e vigliacca, come quella di usare la memoria dei morti come clava per il proprio tornaconto politico. Credo non ci sia cosa più laida che pesarli, i morti. Perché se sei caduto dalla parte giusta sei di serie A e hai diritto ad un bel monumento. Se sfortuna ha voluto che hai reso l’anima dalla parte sbagliata, allora vali quanto un sacco di immondizie.
Con la stessa logica si sostiene che siccome è morta molta gente per fare la Repubblica, allora la costituzione diventa intangibile parola del roveto ardente. Pensiero folle. Il sangue a sigillo dell’eternità. Siamo sul limitare della blasfemia.
Verissimo, migliaia e migliaia di persone hanno dato la vita dalle guerre risorgimentali in poi. Ma siamo sicuri che vedendo lo scempio dell’oggi la ridarebbero? E perché con la stessa logica, per onorare la memoria dei legionari romani, non riconquistiamo, baionette in canna mezzo mondo? Ci ricordiamo che anche i repubblichini di Salò dicevano di combattere per l’Italia? Oppure il tricolore non è altro che il paravento, dietro al quale nascondere tutto e il contrario di tutto? A ben ricordare, fino a quando il buon Berlusconi, riesumando il 2 giugno ha reistituito la festa della repubblica, il tricolore si estraeva dalla naftalina solo per le partite della nazionale di calcio. Facendolo lontano da questa festa comandata eri un fascista, non un patriota.
Chi afferma che fatti accaduti duecento anni, fa possano rendere immutabile fino alla fine dei tempi l’entità statale italiana, tre volte su dieci è semplicemente ignorante, nel senso letterale del termine. Le altre sette è in malafede. Fidatevi. Ai sette, di Mazzini e Garibaldi, non importa nulla. Per contro provate a chiedere come mai l’unità d’Italia ha portato la fame in Veneto e il brigantaggio al Sud (ah, per inciso il fenomeno del brigantaggio è stato l’anticamera alla mafia). Provate. Provate e vedete cosa rispondono. Sarà che l’attaccamento affettivo all’Italia non nasconda la paura tutta infantile della perdita della mamma, in questo caso matrigna? Come farò senza la mia mamma? Buuu!!! Come faro senza i suoi amorevoli calci ed affettuose sberle?
Oppure lasciate stare e parliamo di futuro. Guardiamo avanti e onoriamo i morti, tutti, lasciandoli in santa pace. Diamo ai nostri figli, il nostro domani, la possibilità di scegliere un avvenire in Venetia o altrove. Non obblighiamoli ad emigrare per fame come lo furono i nostri avi dopo l’866.
Rossano Granello
sezione di Preganziol (TV)
Indipendenza Veneta
Ottime osservazioni,lettera magnifica,speriamo che smuova anche i più scettici e aprano gli occhi tutti quelli che hanno dormito fino ad oggi,sugli allori che ci facevano credere di vivere impoverendoci tutti,ciao e buon lavoro
Adriano Brusamento