Scarica Veneto è chi il Veneto fa

Prefazione
Questo piccolo libricino vuole perorare la causa dell’indipendenza del Veneto dallo Stato italiano e lo vuole fare con il sorriso sulle labbra. L’autore (cioè io) promette solennemente che durante la lettura non correrete il pericolo di incorrere in insulti, violenze verbali o razzismi. Infatti l’autore (sempre io) non ama insultare (e in questo caso non capisce nemmeno cosa ci sia da insultare), non è una persona violenta (nemmeno verbalmente) e non è razzista (anche perché per lui il termine razza non significa nulla).
L’autore (a son senpre mi) gradirebbe molto che questo piccolo libricino fosse letto soprattutto da quelle persone che mai si sognerebbero di appoggiare la causa dell’indipendenza del Veneto dall’Italia, siano essi residenti in Veneto o meno, dato che è intimamente convinto della ragionevolezza delle sue idee e che molte persone che reputano l’Indipendenza Veneta una follia, alla fine della fiera, abbiano qualche pregiudizio involontario da eliminare.
L’autore (indovina chi è) ci tiene a precisare che questo non è un libricino di partito. Ossia, l’autore (ormai l’abbiamo perso) è sì socio di Indipendenza Veneta (indipendenzaveneta.net) e lo ritiene il partito migliore della Via Lattea, ma alcune considerazioni che qui verranno esposte possono non coincidere con la linea di partito o della maggioranza dei suoi membri.
In definitiva, questo libricino, più che esporre nuove tesi, cercherà di fare una leggera summa e una sintesi introduttiva di tutte le buone, anzi, buonissime ragioni a favore dell’indipendenza del Veneto e della ragionevolezza e normalità di questa proposta.
Spero che il risultato non vi faccia venir voglia di non leggere più un libro.
Ti co Nu. Nu co Ti.
Live Free or Die.
Luca Schenato
Scarica Veneto è chi il Veneto fa
Interessante, ma direi che è un libricino propaganda in cui non si va molto a fondo nei discorsi reali e che no si portano a galla i veri problemi che sorgono dall’indipendenza. Usare Wikipedia poi, come verità, mi sembra follia… Io continuo a fare sempre le stesse domande ai separatisti veneti e riguardano principalmente l’economia. Spesso fanno il loro cavallo di battagli (e questo libricino pure) le tasse bassissime nel Veneto indipendente. Io però ho chiesto e non ho ancora ricevuto, uno studio completo sull’impatto che avrà sull’economia veneta l’indipendenza. Non si può pensare solo alle tasse italiane che non si pagheranno più, ma bisognerebbe pensare alle nuove tasse che lo Stato Veneto dovrà mettere. Pensate che lo Stato Italiano ci darà gli aeroporti gratis? Così, perché siamo belli?? Gli ospedali e le caserme? Ci sarà da pagare caro tutte quelle strutture che sono statali e che vorranno indietro. Poi i contratti con i paesi esteri per gli approvvigionamenti? E non parlo dello zucchero, io parlo di petrolio e gas. Le centrali elettriche dell’Enel? Le nazionalizziamo con una pedata nel sedere allo stato Italiano o paghiamo? Pensiamo che il debito pubblico italiano ce lo cancellino così? Purtroppo ci dovremmo accollare la nostra quota. E le nostre aziende che sono diventate molto forti con l’esportazione, come credete che “bollerano” i loro prodotti “Made in Veneto”? O faranno di tutto per continuare a mettere il “Made in Italy” che tanto è amato e voluto all’estero? Parliamo poi dei costi di mettere ambasciate e consolati all’estero? E in Veneto come facciamo? Il Brasile ad esempio richiede le fatture vidimate dalla camera di commercio e poi vidimate dal consolato a Milano. Il Veneto cosa farà? Accordi con l’Italia! Gratis? No, e chi credete che pagherà questi accordi? Io VOGLIO sapere questi costi per poter decidere, e non solo belle parole di amicizia e niente tasse, perché questo è il sistema Berlusconi! Rimango quindi in attesa del libricino con le specifiche richieste qui sopra.
Da quel che dici sembra che il Lazio, la Campania, La Calabria, La Sicilia, insomma il sud mantiene il Veneto.
Ma svegliati un pò.
Non ti vergogni, sempre se sei veneto, di vedere meridionali che occupano tutti i posti nelle amministrazioni statali in Veneto mentre i veneti debbono emigrare. Ed è da decenni che dicono che la gente del nord non partecipano a concorsi pubblici, per giustificare la massiccia presenza di meridionali nei nostri tribunali, finanzieri, poliziotti, etcc., mentre invece truccano i concorsi. svegliati!
Che i veneti fossero tonti lo sapevo ma tu li superi tutti.
Ecco Adriano ora sono proprio sdegnato di questa situazione di terroni nelle pubbliche amministrazione. Ora che siamo entrambi indignati, mi puoi rispondere alle questioni che ho posto? Chi paga i costi dell’indipendenza del Veneto? Chi paga le infrastrutture che già ci sono?
p.s. sono d’accordo con te, i Veneti sono tonti se continuano a credere che con l’indipendenza sarà tutto rose e fiori.
non vorrei fare troppo il semplicista ma: si, l’italia non può chiedere nulla. il veneto è stato annesso all’italia illegalmente tramite il plebiscito truffa del 1866 e dovrà chiedere indietro il costo di 150 anni di illecito usufrutto del territorio da parte dello stato italiano.
ora non sono un esperto di politica internazionale, ma a occhio dovremmo avanzare soldi dall’italia e non dovergliene, quindi penso che le infrastrutture già presenti vengano a gratis.
sicuramente altri temi come gli accordi per gli approvigionamenti di gas e petrolio, piuttosto che la creazione di una rete di ambasciate in tutto il mondo, la ricreazione di tutti gli organi statali ecc ecc.. carne al fuoco ce n’è tanta, ma non penso che ci siano i presupposti per abbandonare l’indipendenza ancora prima di averci provato.
Piergiorgio, non volevi essere semplicistico ma lo sei stato. Non credo che considerare un plebiscito di 150 anni fa, una truffa, possa far capitolare una nazione come l’Italia. E quello che vorrei fare io è appunto evitare di fare dei “tentativi”. Non possiamo fare l’indipendenza del Veneto e poi vedere come va. Non si fa così, bisogna andare verso il meglio, e per farlo bisogna considerare tutto, anche quanta carne ci sarà da mettere sul fuoco, perché se non basta la carne poi è difficile riparare i danni.
Nel 2011 su 70 miliardi di euro ne tornarono indietro 50 ed in quei soldi è compreso tutto ciò che si spende per la regione, infrastrutture comprese, perchè in regione tengono tutta la contabilità. E ciò avviene in tutte le regioni, anzi, negli ultimi 30 anni il Veneto ha un residuo di oltre 500 miliardi di euro.L’Austria, la Svizzera sono piccoli paesi e se la cavano; tutto sta nell’amministrare bene ed onestamente. L’Italia è destinata a fallire perchè il sud è la Grecia. Tutti vogliono lavorare per lo stato;in Grecia i maestri e poliziotti sono andati in pensione con 20 e 25 anni di lavoro. Classica cultura meridionale, non certo veneta. Fatti una ricerca su false pensioni e falsi braccianti agricoli su internet; ne vedrai delle belle.
Qualche link sui dati che hai messo? 70 miliardi di euro di che? In che modo sono compresi nei 50? Il Veneto ha un residuo di 500 miliardi di euro di cosa?
Siamo pienamente d’accordo che l’amministrazione fatta dai veneti sarà sicuramente migliore, infatti non è in discussione questo fatto. Io sto questionando se sono stati calcolati i costi dell’indipendenza, non sul fatto che un’amministrazione veneta sarà migliore o peggiore. Prima di votare ad un referendum che potrebbe portare la regione Veneto a cambiare status, voglio sapere se conviene o meno. Non vedo questi calcoli. Non potete continuare a dirmi che paghiamo tante tasse e ci tornano indietro tanti soldi, perché ci sono molte altre questioni che non sono state toccate. Non possiamo affidarci ad un eventuale referendum truffa di 150 anni fa o alla creatività del popolo veneto. Qui si sta parlando di pagare, e si sta parlando di capire se Luxottica, Benetton o Diesel, metteranno il Made in Veneto o sposteranno le produzioni all'”estero” per continuare ad usare il Made in Veneto. Sai Pil che se ne va? Prima di fare un passo così importante come l’indipendenza, avete chiesto alle grandi aziende venete se lo vogliono e se appoggiano l’idea? Dove è scritto che rimarranno in Veneto? E non venite a dirmi che siccome pagheranno meno rimarranno di sicuro, perché stiamo parlando di Holding, non di aziendine di famiglia. Stiamo parlando di essere indipendenti energeticamente. Col cavolo che ci regalano le centrali elettriche dell’Enel! Le dobbiamo comprare, oppure comprare l’energia da queste aziende che saranno straniere (e che pagheranno le tasse italiane). Stiamo parlando di forze di polizia che sparirebbero da un giorno all’altro. Bisogna rimettere in piedi tutto l’apparato di sicurezza, ed i Carabinieri (oggi forza presente in loco e ramificata) se ne andrebbero in Italia, cosa facciamo? Mettiamo in piedi un corpo di polizia in qualche mese? L’addestramento? I mezzi? E i pompieri, anche quelli se ne vanno. La protezione civile? Qualcuno ha mai pensato a quante cose sono italiane e non venete? Che costi avrà per il popolo veneto ristabilire tutto?
ma guarda, abbiamo visto una nazione come israele prendere forma partendo da fatti di 2000 anni fa, non vedo come non si possa tenere conto di un fatto accaduto 150 anni fa e ben più documentato. capisco possa non essere l’unico appiglio per ottenere le infrastrutture già presenti in loco. però farei notare che avendo un pil regionale molto alto e avendo contribuito nettamente più della maggioranza delle regioni, penso che quelle infrastrutture sono state ampiamente ripagate negli anni e penso che molte infrastrutture in italia sono state pagate con i soldi del veneto. ovviamente ci sarà da fare dei conti e si tratterà di mettersi a trattare su chi deve a chi e quanto. mi piacerebbe saperti dire a priori “andrà così”, ma suppongo sarebbe difficile per chiunque prevedere l’epilogo, tutto dipende da chi sederà al tavolo delle trattative e dai conti che verranno presentati da entrambe le parti.
dal canto mio sono fiducioso pur condividendo il timore di non farcela come penso chiunque si accinga a un passo simile (immagino in scozia quanto tremino loro le gambe).
e ormai non mi sento italiano neanche quando gioca la nazionale…
Piergiorgio, la Scozia è già uno stato, solo che non è indipendente, e comunque stanno seriamente pensando ad un federalismo fiscale piuttosto che all’indipendenza, perché si rendono conto di non riuscirci da soli.
Lascia stare Israele, è una storia che non ha nulla ha che vedere con il Veneto. E’ stato creato ad hoc dagli inglesi negli anni 40-50 per volere degli occidentali, e il risultato è stato 50 anni di guerra civile con il popolo Palestinese.
giuro che non capisco cosa vorresti sentirti dire…
vuoi mettere a confronto il pil della scozia con quello del veneto per rincuorarti?
vuoi che ti dica che un fatto di 150 anni fa deve essere ignorato sebbene abbia cancellato l’esistenza di uno stato che esisteva da mille anni?
vuoi che ti dica che non si può fare e che non vale la pena di chiedere l’indipendenza?
io sono dell’idea che un semplice federalismo fiscale in italia sicuramente aiuterebbe la situazione attuale ma non sarebbe abbastanza, ci si ritroverebbe con tutto il mezzogiorno in crisi nera e lo stato continuerebbe a mungere le regioni più produttive.
@ Marco :
Riguardo i tuoi patemi futuri.
Tutto fattibile, tutto conseguibile !
Quelle che citi sono le ultime cose che ci preoccupano.
Tu non conosci e, se ti esprimi in questa maniera, non potrai mai comprendere la volontà creativa e concretizzante del nostro popolo.
Se tutto quanto hai descritto è perfettamente realizzabile dalla Bosnia e dall’Albania, a maggior ragione può venire istituito e concretizzato, da una Nazione ricca quanto la Norvegia, come sarà la futura Naxion Veneta. ( Venetia ).
Ricordati che dal giorno successivo l’indipendenza, potremo contare su 20 miliardi di euro in più ogni anno, rispetto ad oggi.
Essi dovranno riguardare solamente 4,8 milioni di Veneti e non 61,2 milioni d’italiani, oltre a 1 milione d’irregolari, tollerati dal sistema stivaliero-romanocentrico.
Sono d’accordo con te, tutto fattibile tutto conseguibile, voglio solo sapere a che costo.
Esprimi giudizi su cose che non sai, comprendo meglio di altri le creatività veneta, ma so che che storicamente il veneto (inteso come abitante) è sospettoso di ciò che non conosce bene e pondera bene prima di lanciarsi in avventure. Il veneto sa fare i conti in tasca, ed è per questo che ha potuto ed è riuscito a costruire l’attuale Veneto.
Albania e Bosnia hanno realizzato tutto quanto, ma hanno pagato. Anche la ricca Slovenia lo ha fatto ma si è accorta che era antieconomico.
Ricordati che i 20 miliardi e più che riceveremo li avremo dopo un anno, e intanto? Chiediamo ai veneti di anticipare? E non riguarda 4,8 milioni di veneti, perché se sbattiamo fuori tutti gli immigrati e pure tutte le persone che lavorano nell’amministrazione pubblica, chi farà il loro lavoro?
Non so quanti anni hai ma ti chiedo una cosa: Quanti anni di contributi hai pagato allo stato italiano? Con l’indipendenza veneta come la mettiamo con i contributi che hai pagato? Sei sicura che li restituiscano allo stato Veneto? E se ti mancassero 2-3 anni, rischieresti di lasciare tutto per imbarcarti in uno stato nuovo o continueresti a lavorare altri 2-3 anni con lo stato italiano e poi vai in pensione? E chi prende la pensione italiana, prenderà anche la pensione veneta? Si? Ok, a che costi? Quante pensioni venete ci sono da pagare? Cosa propone Indipendenza Veneta per risolvere questo problema? Servono le cifre e uno studio serio, no bocche piene di “sarà meglio”.
Caro Marco, perche si dovrebbero sbattere fuori gli immigrati? O licenziare i dipendenti pubblici? La pubblica amministrazione dovra funzionare come funziona ora, ma sarà il Veneto a pagare, cosí come una parte dell’esercito italiano e una parte della polizia e dei carabinieri resterà fare il proprio lavoro proprio come oggi, ma per il Veneto e non più per l’Italia. Ci sarà poi tempo per valutare se e come ottimizzare e evitare sprechi in questo e altri settori. Sul discorso delle pensioni, non è che a Roma ci sia un cassetto con i contributi che hai versato… La tua pensione probabilmente ti sarà riconosciuta dal Veneto con i soldi che pageranno i lavoratori futuri, ma nemmeno il Veneto dovrà pagare le pensioni agli Italiani.
Queste e altre questioni , ad es.spartizioni dei debiti pubblici, saranno agomenti che dovranno per forza essere accordati con lo stato italiano. Ci saranno lunghe trattative. E giusto chiedersi se il gioco vale la candela. Hai ragione a dire che i Veneti sono diffidenti che sanno care i conti in tasca, ma al di là dei numeri che IV ha pubblicato io sono convinto che gli sprechi Italiani siano verante tanti che il Veneto gestito bene ha una potenzialità enorme. Non ho dubbi sulla convenienza economica di un Veneto indipendente, ma piuttosto sulla capacita dei Veneti di fare una squadra unita per l’interesse comune…. ma vale comunque la pena di provare.
Grazie Enea, ma quello che vorrei sapere io sono proprio questi accordi che si devono fare. Si sa che un accordo non è gratis. Poi mi sembra che un federalismo fiscale si avvicini di più a quello che dici, mentre una vera indipendenza con tanto di denominazione di stato sia più difficile da attuare. Mi spiego: se io, Stato Italiano decido di affittare i miei uomini (polizia, pompieri, militare ecc…) ad uno stato estero, lo farò a dei costi più alti rispetto a quello che farei pagare ad una regione federale del mio stato. Non sei d’accordo? Quindi ancora una volta vedo dei costi che lievitano. Il problema è che nessuno mi sa dare questi costi o gli accordi che si intendono attuare con lo stato Italiano.
Riguardo lo sbatter fuori gli immigrati era una provocazione a Crisvi che è convinto che con l’indipendenza veneta ci saranno solo veneti e sarà il mondo incantato.
Mi chiedi di spiegarti nuovamente le tabelline, mentre io sono ai calcoli trigonometrici su base logaritmica.
Spiacente Marco, ma sei tu che devi erudirti !
Non chiedere che sia io, con le mie nozioni e deduzioni, a compensare la tua crassa ignoranza in materia.
Potevi partecipare alla conferenza di Gallio ( VI ), relativa ai profili giuridici e politico-istituzionali, sull’indipendenza del Veneto, assieme a noi partecipanti ( circa 200 ).
Comincia con il rileggerti quanto enunciato e più volte dimostrato proprio dal prof. Pizzati, che di questioni economiche ne mastica sicuramente molto più di me e te sommati assieme.
Con le tue costipazioni anti indipendentiste, mi ricordi il classico scimpanzè, che vuole contestare Einstein e, come noti dalle risposte che ricevi, ti rendi credibile come il primo dei soggetti.
Un po’ di umiltà ragazzo, che diamine. 😀
Non ha senso. Io sono qui ad “erudirmi” e tu mi rispondi di andare a cercare le informazioni altrove? Ma allora che cavolo serve il sito Indipendezaveneta.net se non a dare informazioni sull’indipendenza veneta?
A Gallio non ci sono venuto, ma vuoi quindi dirmi che solo i 200 che erano a Gallio possono sapere le cose e gli altri che si fottano?? Io sono qui a chiedere informazioni che dovrebbero interessare anche i più convinti indipendentisti. Non mi sembra di scrivere cose anti indipendenza, sto cercando di capire. Sei tu che devi convincere me a votare per l’indipendenza, non io contro. Mi dici di leggere pubblicazioni di tal Prof. Pizzati, bene, mettimi i link, io le leggerò come ho letto il libricino qui sopra.
Per quanto riguarda le risposte che ricevo sono educate e costruttive. Tranne le tue.
Pretendi che gli altri tolgano le castagne dal fuoco al posto tuo. E’ questo il tuo errore ragazzo !
Ognuno di coloro che frequentano convintamente I.V. hanno svolto un loro percorso, si sono informati, hanno vissuto, hanno verificato, hanno creduto dopo opportuno vaglio critico.
Tu mi chiedi di convincerti, ma io non desidero proprio convincere nessuno.
Desideravo solamente dimostrare ai lettori, che per gran parte sono indipendentisti, da che pulpito vengano le critiche al nostro movimento.
Persone quasi sempre sprovvedute e poco informate come te. Non sai neppure chi è Pizzati, il suo mestiere, le sue competenze.
Io posso solo offrirti un consiglio, cerca proprio nelle pagine di questo blog e di quest’altro :
http://www.venetostato.com/
Quali siano gli strumenti da te richiesti per raggiungere l’indipendentismo e quali siano le strutture per mantenerlo.
Credimi, per uno come te è molto più educato e costruttivo erudirlo nel mio modo, per certi versi provocatorio che rendendosi accondiscendente preparandogli quotidianamente ” la pappa con il pomodoro “.
Ah, riguardo i contributi.
Anche se mi mancassero solo 6 mesi alla pensione, rinuncerei all’intero montante dei miei crediti pensionistici, pur di vedere coronato il sogno di un Veneto Indipendente.
Mi spiace ragazzo, ma i sogni non hanno prezzo e quando li coroni, sei pienamente disposto ad affrontarne il costo.
Comunque, verso contributi dal lontano 1979.
Ho rinunciato a un lavoro sicuro, pagato dallo Stato e con grandi possibilità di carriera ( nel 1981 percepivo 1.300.000 lire al mese, quando un giovane operaio generico ne ricavava circa 500.000 ) per fondare una ditta mia.
Tornassi indietro lo rifarei anche oggi.
Puoi starne certo !
Crisvi 🙂
Molto felice per te, ma tu da solo non sei il Veneto.
Per l’identica ragione, neppure tu rappresenti il Veneto, anzi, a ben guardare, lo rappresenti molto meno di altri qui dentro.
😀
Per il “made in Italy” nessun problema, basta che si capisca che “made in Veneto” significa “vicino a Venezia”. Anzi i prodotti agricoli come il prosecco andrebbero ancora meglio, sarebbero più difesi.
Boh, anca la Slovenia la pensava che el stato saria costado sai meno una volta che la gavesi molado le regioni meridionali magnapan. Però co te son una nasion bela e bona te devi gaver no solo anbasade per tuto el mondo, ma anca un governo piú in carne che funsioni a livel internasional co una miriade de comisioni e agensie se te vol far parte dela UE e altri organismi internasionali. Fato sta che la Slovenia la paga piú deso de stato che ai tempi dela Jugoslavia.
Tutte le grandi nazioni sono destinate a fallire perchè producono troppi debiti. Non occorre avere grandi ambasciate costose come ha l’Italia. L’Austria è un piccolo paese, basta copiare poichè vedo che se la cava bene.
Con una Repubblica Veneta governata da veneti e non da stranieri, sarà meglio, perchè i veneti con il loro nord est produttivo hanno dimostrato di essere in gamba. Ho fiducia nei veneti non degli italiani che come vedi ci hanno messo alla fame.
Avanti tutta con la libertà del popolo veneto dall’italiano oppressore, che ha diffuso nel nostro territorio le mafie.
Te te dismenteghi che la region Sicilia, la gheva rapresentanse in ogni parte del mondo, tanto……pagava pantalon ( specie i pantaloni Veneti e Lombardi ).
però gò do tre testimonianse che forsi no le xe da ciapàr sotoganba:
discorevo co coalche ex-jugoxlavo, e i me ga dito che coando ghe xera la jugoxlavia i gaveva sol che un cativo da conbatar (el comunixmo).
pò, vinto el cativo-comunixmo e desfà la jugoxlavia, i se gà trovà co on mucio de cativi…
e par coesto i xe scanpai de coà.
deso, mi no sò se sarà cusì anca inte la venetia.
de seguro semo omani cofà lori…
creo che se dovarà pagar on scoto dopo ver ciapà l’indipendensa.
cioè on periodo de tranxision incaxinà.
pì responsabili semo, pì curto el sarà.
el difisie xe netàr la mentaità da la ignavia e i intaresi inte la xente (da’l om pì grando al pì ceo).
Noi non siamo la Slovenia! Vedo che l’Austria con 8.400.000 abitanti se la cava bene! I veneti sono in gamba, infatti del nord est se ne è parlato in tutto il mondo. Ora lo stiamo smantellando perchè le tasse sono otre il 70% mentre in Austria e Svizzera sono il 25 e 20%.
E’ una pazzia dover chiudere le imprese e continuare a far parte di questo putrido paese. Maledetto Bossi che hai preso in giro la gente per 20 anni,pensando solo ad aiutare Berlusconi per i suoi processi e non hai fatto niente per il nord.
Crisvi, va bene. Mi hai convinto.
Io sostengo l’indipendenza del Veneto poiché non ho amore per lo stato italiota nè amore per l’identità italiana, che pure esiste e fece da legante per la creazione dello stato unitario, pur tuttavia rivelandosi PIENAMENTE INSUFFICIENTE per lo scopo.
Odio questo stato per la sua infinita mediocrità, e non mi dilungherò tanto sull’argomento, penso sia chiaro a tutti cosa voglio dire.
Sostengo l’indipendenza del Veneto, ma non sono assolutamente convinto che l’ottenimento dell’indipendenza voglia dire PANE E FIGA PER TUTTI l’indomani esatto di tale fantastico ottenimento.
Ritengo che occorreranno anni di trattative con un interlocutore che si tapperà le orecchie e farà LAAAH LAAAH LAAAAH LAAAAAAH, abbiamo di fronte una delle peggiori merdocrazie d’europa e del mondo, non il Commonwealth Britannico….
Ne consegue che occorrerà LA MASSIMA laboriosità del popolo veneto, fior fior di inventiva per studiare soluzioni in grado di gestire ospedali/tribunali/questure/infrastrutture svuotati da improvvisi ritiri di personale.
Si tratterà di gestire magistralmente le risorse e di tirare la cinghia per poter ripartire con un progetto concreto per poi non arrivare comunque al PANE E FIGA… a me non interessa il P&F.
A me interessa NON SPROFONDARE INESORABILMENTE NEL TERZO MONDO con una stupida bandiera in mano, tra l’altro sporca di sangue dei miei avi dipinti da eroi ma in realtà mandati come carne al macello!
Non sarà facile, e da sempre sono CRITICO con il partito Indipendenza Veneta poiché non affronta come si deve l’argomento e si limita alla propaganda.
Non si sono neanche degnati di intervenire qui, sempre che siano al corrente della discussione, chiaro.
Non so come si comportano nelle serate pubbliche, non ho mai avuto occasione di parteciparci, ma anche su internet potrebbero dare qualche input.
NOTA BENE: NON ESISTE MANIERA PER AVERE CERTEZZE.
Se dovessi aspettare che qualcuno metta il tappeto rosso, mi imbandisca la tavola, mi servi prelibatezze gratis e senza muovere un dito…
Altroché Repubblica Veneta!
Tanto vale lottare per ottere la Repubblica Pane e Figa Globale, tutto il globo terracqueo unito, tutti benevolenti e felici!
Fino a non molto tempo fa auspicavo le famose euroregioni, poi quando fu chiaro che gli stati-rottame ottocenteschi d’europa non avrebbero mai mollato l’osso, ho abbandonato quella strada.
Non parliamo dell’utopia federalista italiota, visto e considerato la patologica, irreversibile e cronica irriformabilità dello stato italiota.
Consiglio a tutti gli indecisi di leggersi il libro di Giorgio Bocca intitolato “l’inferno-profondo sud- male oscuro”. Io l’ho acquisto in internet. Bocca racconta la sua esperienza da giornalista nelle varie regioni del sud, e vi sono molti fatti realmente accaduti come di un suo conoscente magistrato di Napoli che nel 1980 venne inviato fuori città perchè vi erano delle case abusive da abbattere. Al suo ritorno il Bocca chiese al magistrato quante case avesse abbattuto. “Nessuna rispose il Magistrato” “Ma allora sei andato la per niente?” chiese il Bocca. ” No” rispose il magistrato, “le case abusive vi erano, ma non potevo mica abbattere tutto il paese!” -alla faccia dell’ICI di ieri e dell’IMU di oggi- Leggetelo bene che vi è molto da imparare, poi magari regalatelo a quelli del pd che insistono sull’unità d’Itala. Il libro uscì nel 1992 e racconta le stesse cose che accadono tuttora nel sud! Noi veneti non abbiano nulla da dividere con popoli così diversi! Veneto indipendente.
Son cose che sappiamo bene, non serve avere altre testimonianze, e credo che lo scopo della richiesta di indipendenza sia proprio slegarsi da questo tipo di regioni, ma ora mi puoi consigliare un libro che dica quanto l’indipendenza costerà? E per favore, non un altro libro che mi dice quanto sarà figo quando saremo indipendenti.
Supponiamo quindi di organizzare assunzioni di massa e investire a bomba nell’istruzione e nella ricerca.
Il popolo veneto dovrà capire che non è possibile ottenere miracoli subito.
La situazione al giorno d’oggi è da una parte vantaggiosa in questo punto di vista, poiché in questi anni e in quelli venturi lo stato italiota ha smantellato lo stato sociale e il welfare, quindi la fiducia nella gestione italiota delle Venezie è comunque discendente.
Dando segni concreti di lavorare per costruire una base solida e funzionale alla Repubblica darà, spero, fiducia alla gente e entusiasmo seppur nelle delicate condizioni in cui ci si trova.
Questa è la mia speranza.
Chi non risica non rosica, e io preferisco morire di fame piuttosto che lasciare i miei posteri in balia di un’inesauribile parassitocrazia senza ritegno né vergogna.
Brao Francesco.Anca mi la penso abastansa come ti. Non gavemo mia da credar de aver xà la vitoria in man parkè lo ga scrito un jornale(Savemo ben ke no i scrive na roba sensa ke ghe sìa un parkè. Come ca go scrito tempo fà un poca de pi prudensa no la farìa mia mal.Podarissimo aver dele brute “sorprese”. Setu, politici ghin xe tanti(anca massa)(e anca tanti de quei ke i volarìa DIVENTARLO) ma STATISTI ghin nasse uno ugni sento ani(a essar fortunà). Stame ben. X.O.D.
Francesco,se moriremo di fame sarà con l’Italia, perchè i veneti hanno più coscienza e rispetto del prossimo! Poi le truffe che nel sud hanno fatto negli ultimi decenni contro lo stato sono inconcepibili, senza contare i danni in danaro. Vi è da sperare che non si infiltrino nel futuro Stato Veneto, i politici con cultura italiota. Li bisogna stare attenti!
Non esiste un libro su “quanto costerà l’indipendenza”, poiché è impossibile prevederlo, è abbastanza ingenuo chiedere un preventivo su una questione simile. Non stiamo costruendo una casetta.
E’ impossibile prevedere tiri mancini, mancanza di attenzione, iniziativa popolare, interferenze esterne di qualsiasi tipo, incapacità nostre, situazione internazionale.
Confido nella naturale propensione dei veneti a darsi da fare tirando la cinghia, come eravamo in miseria anni fa, non temo le difficoltà che arriverebbero durante la transizione e la ripartenza.
Solo che sta volta potremmo investire i nostri stessi sforzi per costruire uno stato serio e costruito attorno alla nostra realtà… non per finanziare una parassitocrazia di proporzioni assurde come è l’italietta ottusamente centralista e per forza di cose corrotta fino al midollo.
Un sacco di cose sono lasciate in dubbio, altre possono andare storte.
Tuttavia credo in questo investimento non tanto per me, ma per i miei posteri, ora più che mai considerando il tonfo che stiamo per fare con l’italietta, non mancherà molto e mi piacerebbe che i miei conterranei ripartissero senza vincoli e zavorre.
un conto lo si può già azzardare… il nuovo stato nascerebbe già con un debito di 158.011.328.000 euro, popolazione del veneto 4.937.854 moltiplicato per il debito pubblico su ciascun abitante, circa 32.000 euro.. che poi in realtà non saranno più euro, ma altro, in quanto il consiglio di europa ha già avvertito anche la catalogna che in caso di secessione non sarà ammessa nell’unione europea senza prima aver fatto tutto il processo di ingresso come gli altri stati, e se non vi è l’unanimità nessun nuovo stato può esser ammesso, ergo, resterà fuori dell’europa visto che la spagna, o quello che ne resta, continuerà a metere il veto. Questo è facilmente prevedibile,accadrà anche al veneto, o repubblica veneta o come vorrete chiamare il nuovo stato se mai ci sarà…quindi per quanto mi riguarda autonimia sul modello trentino alto-adige si ma indipendenza proprio no…anche perchè potete starne certi, se le cose andranno male alla fine a rimetterci saranno sempre i poveri disgraziati, non quelli seduti sulle loro comode poltrone nei palazzi, siano essi romani,veneziani, vicentini o asiaghesi.
Meglio avere 158 miliardi di euro di debito pubblico, nella nuova Rep. Veneta, che averne 2.000 di miliardi con la Rep. italiana.
Con 22 miliardi l’anno di disavanzo attivo, in circa 7 anni, avremmo pareggiato i conti e saremmo tra i pochi Stati al mondo, con debito pubblico uguale a zero !
Anche la matematica dimostra ,che la strada verso l’indipednenza, è di gran lunga migliore per il popolo Veneto.
Aronne, ma lo sai che l’Italia è già fallita,non certo colpa dei veneti!
Ma conosci l’Italia e i popoli che la compongono? Ma lo sai che ogni giorno il debito pubblico italiano cresce di 200 milioni di euro,e Monti sta tagliando dappertutto per fermare la crescita del debito?
Ma dove vuoi andare con l’autonomia se continui a fare parte di un paese nel quale metà popolazione mangia il doppio di ciò che produce? Ti sto parlando del sud che x decenni si è comportato in questo modo. La Svizzera fuori dall’Europa non sembra che muoia di fame, vero?
Quando tutte le imprese saranno andate in Austria e Svizzera, cosa ce ne facciamo dell’autonomia se non vi sarà lavoro? Cerchiamo di essere realisti, perchè noi del nord, per lavorare bene, ma per il resto………
E come al solito, questo libro dimentica Brescia, Bergamo, Crema, ed il Friuli…
…l’etnonazionalismo era estraneo alla mentalita’ della Serenissima. Lo dice anche il titolo di questo libro: “Veneto e’ chi Veneto fa”.
Sapete quale citta´ della ex-Serenissima, oggi nel 2013, ricorda piu´ – per spirito, architettura, mentalita´- Venezia? Brescia.
Brescia, che era anche la citta´ capoluogo della Provincia piu´ grande e piu´ ricca della Serenissima, quella in cui i dogi festeggiavano l´elezione -assieme a Zara ed a Venezia, ovviamente.-.
Se siamo noi i primi a non volerlo per davvero, allora non ci sara´ modo di far risorgere la nostra amata Repubblica.
io credo che per arrivare all’obiettivo bisogna partire dalla situazione di fatto, sennò il progetto temo che per le difficoltà e i distinguo rischi di naufragare prima ancora di nascere…
Non so se l’estensione del Referendum deliberato già inizialmente comprenda i territori fuori dal Veneto, ne dubito essendo una deliberazione della regione.
Nessuno vieta comunque che in seguito si attui una estensione, dipende dal numero di coloro che si sentono veneti, per cultura, storia e tradizione, e oggi vivono nelle regioni ex Serenissima e avranno due strade davanti a sè: trasferirsi, o attivarsi perchè un sentimento diffuso si traduca in un referendum di autodeterminazione perchè i loro territori siano giuridicamente considerati appartenenti alla nuova Repubblica Veneta, che caldeggerà sicuramente l’adesione di tutti i tradizionalmente veneti….
La richiesta oggi sarebbe bocciata da Roma come sono state bocciate tutte le richieste di comuni di passare da una regione all’altra, addirittura da una provincia ad una confinante.
crederci o non crederci fa / rà la differenza, certo che molti oggi anche in veneto o perlomeno in alcune sue città almeno la metà sono schierati per ideologia contro il commerciante, l’artigiano, l’imprenditore di se stesso che vedono come chi sottrae loro risorse, di sicuro sono per l’estensione ad altre regioni dove ,come diceva Fabio , ci si ricorda di essere Veneti per spirito, modo di pensare, lavorare . “Veneto è chi Veneto fà” lo dice bene .
Lo spirito imprenditoriale e´ il piu´ grande regalo che la Serenissima ha lasciato a noi bresciani e bergamaschi. Purtroppo la mentalita´ secondo la quale sia lo stato a creare ed a distribuire ricchezza, e che l´imprenditore sia solo uno sfruttatore, un ladro ed un egoista si sta diffondendo lentamente anche da noi.
Caro Marco, non è semplice darti tutte le risposte che chiedi in poche righe.
Io guardo anche a nazioni tipo : Slovenia – Lituania-Lettonia-Estonia-Montenegro-Slovacchia -Cechia- Namibia, ec… tutti paesi che hanno ” riacquistato ” la sovranità loro tolta senza il loro accordo o con fatti storici diversi.
Nei 150 anni d’Italia , il Veneto ha sicuramente amplissimamente strapagato le iinfrastutture che qui vi sono..
Potremmo addirittura rivendicare soldi per infrastutture costruite con i nostri soldi in tante altre regioni di cui molte mai messi in uso, semplicemente buttato i soldi in aria.
Abbi un pò di fiducia. Davanti abbiamo alcune persone che sanno il fattoo loro. Documentati un pò di più e vota Indipendenza Veneta
Dal dibattito emerge un comprensibile timore per quello che sarà il Bilancio del futuro Stato Veneto Indipendente. Mi permetto di affermare che questo problema è in realtà un falso problema perché la questione del Bilancio di una nazione è strettamente dipendente dalla sistema monetario che la nazione stessa ha deciso di adottare. Dovrei scrivere 10 pagine di relazione per spiegare nello specifico i meccanismi monetari-finanziari a cui mi riferisco e quindi mi limiterò a dare alcune importanti indicazioni che poi possono essere approfondite da chi lo ritiene opportuno.
Il futuro Stato Veneto, avrà in primo luogo la necessità di decidere (mi auguro democraticamente) con quale tipo di sistema monetario intraprendere la sua azione di governo. Trovo che il fatto di ripartire da zero sia un privilegio di portata immensa perché ci permetterà di poter scegliere tra la Moneta Sovrana e la cosiddetta Moneta Unica Europea.
Secondo la scelta cambia totalmente la posizione dello Stato in merito al Debito Pubblico.
Consideriamo che l’attuale moneta moderna (Fiat Money) non ha nessun vincolo con lo standard aureo (non corrisponde ad una riserva d’oro dal 1971) ed è quindi illimitatamente disponibile e libera di fluttuare in termini di valore. In altre parole la moneta moderna non ha nessun valore per chi la emette (lo Stato oppure per esempio la BCE), al contrario acquista valore per chi deve guadagnarsela col lavoro (cittadini e imprese). Alla luce di questa premessa consegue che:
A. Come spende uno Stato. Il governo di uno Stato con moneta sovrana (che è non convertibile in oro o in altre valute a un tasso fisso, ed è scambiata a tasso variabile) prima spende la propria moneta e solo dopo la ritira tassando o prendendola in prestito. Impossibile che siano le tasse o i prestiti dei privati a finanziare lo Stato, perché lo Stato ha l’esclusiva nell’emissione di moneta, ne ha il monopolio. Si pensi ad esempio: chi emette in esclusiva i biglietti per uno spettacolo, deve prima distribuirli e solo poi li può ritirare. Impossibile il contrario. Ne consegue che lo Stato sovrano non necessita affatto di tasse e prestiti al fine di spendere per la Funzione Pubblica. Colui che ha il monopolio nell’emissione di qualcosa, non deve prenderla in prestito da altri. Non si deve infatti confondere la condizione dello Stato che emette la propria moneta sovrana con quella dello Stato che usa una moneta altrui, come è oggi l’Italia nell’Eurozona. È solo nel secondo caso che lo Stato è costretto a spendere tassando prima i cittadini o facendosi prestare i fondi. Lo Stato a moneta sovrana ha come unici limiti di spesa l’ideologia economica vigente, non fattori obiettivi. Infatti è corretto dire che, poiché questo tipo di Stato ha l’esclusiva nell’emissione di moneta dal nulla, per esso la spesa e gli introiti sono solamente abitudini contabili, non ricchezza vera che entra o esce. Quindi preoccuparsi del fatto che lo Stato a moneta sovrana possa esaurirla, cioè fallire, è come pensare che un professore di matematica possa esaurire i numeri. Ne consegue infine che questo Stato non avrà mai problemi di solvibilità del proprio debito, sia che esso appartenga a creditori italiani che esteri.
B. La Piena Occupazione di Stato non costa troppo. Il governo di uno Stato con moneta sovrana può e deve finanziare senza limiti la Piena Occupazione, poiché essa rappresenta la ricchezza indistruttibile dell’economia nazionale. Non è mai vero che questa spesa pubblica penalizzi i conti dello Stato, né che crei inflazione. Al contrario, essa invariabilmente li migliora e li risana in termini di ricchezza reale creata per il Paese, poiché la Piena Occupazione è il massimo motore economico esistente.
C. Il default. È impossibile che uno Stato con moneta sovrana possa essere costretto al default. Questo perché essendo egli il detentore della propria moneta, ha capacità illimitata di onorare il suo debito puntuale e sempre. I mercati non possono mai in questo caso aggredire l’economia dello Stato.
D. Il debito pubblico non è il debito dei cittadini. Lo Stato non è una famiglia. Il governo di uno Stato con moneta sovrana spende accreditando conti correnti, o emettendo titoli che costituiscono, fra le altre funzioni, il risparmio degli acquirenti. Quindi, non dovendo lo Stato prendere in prestito dai privati prima di spendere, è chiaro che il debito (la spesa) dello Stato con moneta sovrana è precisamente l’attivo dei cittadini (settore non-governativo). Non è mai il debito di cittadini, delle aziende o dei nostri figli/nipoti. La regola secondo cui un buono Stato deve spendere come una brava famiglia è falsa e dannosa. Questo Stato si indebita solo con se stesso, il suo debito è solo una figura contabile denominata nel denaro che esso crea dal nulla. La famiglia, al contrario, non può inventare il suo denaro, e ha ben altri limiti di spesa.
E. La spesa a deficit dello Stato è il nostro risparmio. Ne risulta che se lo Stato spende per noi più di quanto ci tassa (deficit), esso ci lascia beni finanziari che sono esattamente il nostro attivo e il nostro risparmio al netto. Se lo Stato spende per noi tanto quanto ci tassa (pareggio di bilancio), esso ci lascerà nulla, e questo ci impoverisce impedendoci proprio il risparmio. Non si dimentichi che nessuno nel settore non-governativo di cittadini e aziende può creare il denaro dello Stato e con esso arricchirci al netto (le banche creano prestiti ma anche debiti). Se lo Stato poi spende per noi meno di quanto ci tassi (surplus di bilancio) il nostro impoverimento sarà ancora più estremo.
F. Le tasse. Contrariamente a quando si crede, uno Stato con moneta sovrana non usa le tasse per finanziarsi (punto A.). Le tasse servono in primo luogo per imporre al settore non-governativo la valuta dello Stato, che altrimenti sarebbe senza valore. Se infatti il settore non-governativo non fosse costretto a pagare le tasse in quella moneta, esso potrebbe rifiutarla o non accettarla in pagamento per i beni e i servizi che vende allo Stato. In secondo luogo le tasse servono allo Stato come regolatrici dell’economia. Si alzano per calmare un’economia che corre troppo, si abbassano per dare alimento a un’economia stagnante. Soprattutto, esse devono essere sempre a un livello che garantisca la Piena Occupazione.
G. Il Deficit Positivo è un dovere dello Stato. Poiché lo Stato con moneta sovrana ha il potere di imporci di lavorare per guadagnare la sua moneta al fine di pagare le sue tasse, ne consegue che è dovere imprescindibile di questo Stato far sì che vi sia lavoro sufficiente affinché tutti i cittadini possano pagare le loro tasse, vivere dignitosamente, e anche risparmiare. Ergo: la spesa dello Stato deve essere sufficiente- mente a deficit per garantirci quanto sopra (Deficit Positivo). Lo Stato che, al contrario, ci impone di lavorare per pagargli le tasse nella sua moneta ma non ce ne fornisce a sufficienza per appunto pagare le tasse e per vivere decorosamente, è tiranno, poiché ci costringe a lavorare interamente per lui senza altra possibilità di crescita.
H. La temuta iperinflazione è impossibile se il Paese gode di Piena Occupazione. Essa è un fenomeno che si è verificato in contesti storici ben definiti (scenari di devastazione del sistema produttivo ed enormi debiti denominati in oro o in una valuta non controllata dallo Stato debitore).
Se il Popolo Veneto decidesse di adottare l’Euro saprebbe benissimo a quale destino andrebbe incontro. Riassumerò brevemente il funzionamento della moneta unica: viene creata una valuta che non è di alcuno Stato. Viene emessa da Banche Centrali direttamente nelle riserve dei mercati di capitali privati (banche, assicurazioni, fondi pensione privati, ecc.). Si uniscono 17 Stati sotto questa valuta, e li si priva delle loro precedenti valute nazionali. I 17 governi dovranno sempre batter cassa presso i mercati di cui sopra per ottenere la moneta con cui attuare la spesa pubblica, esattamente come un cittadino che fosse sempre costretto a indebitarsi con la finanziaria sotto casa per mantenere la famiglia. Ecco nata l’Eurozona. Così funziona la moneta Euro. I debiti pubblici di questi Stati, precedentemente denominati in una valuta di loro proprietà, vanno ora ripagati in quella valuta ‘estera’, cioè di qualcun altro, come se all’improvviso l’intero debito degli USA fosse trasformato da Dollari in Yen. Ne consegue che alcune economie fra quei 17 Paesi si ritrovano schiacciate non da eccessivi debiti pubblici, ma da debiti pubblici divenuti eccessivi perché denominati di colpo in una valuta ‘straniera’.
Le conseguenze di questo meccanismo “diabolico” le stiamo sperimentando sulla nostra pelle di cittadini italiani, che sono stati ingannati da una classe politica di traditori e servi delle elites neomercantili europee e del resto del mondo. Con l’Indipendenza abbiamo la possibilità in primis di rifiutare questo “crimine contro l’umanità” e poi di scegliere gli strumenti economici corretti e adeguati al perseguimento del benessere del Popolo Veneto Sovrano. Questa possibilità di scelta, unita alla consapevolezza delle nostre virtù di Popolo operoso e ingegnoso, fa subito accantonare qualsiasi legittimo dubbio in merito alla via indipendentista. Abbiamo tutto da guadagnare perché come dice il prof. Paolo Becchi (docente di filosofia del diritto) “Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine”.
Per cui cari Veneti: forza e coraggio! Nisuni co Ti ne ga visto scampar, nisuni co Ti ne ga visto vinti e spauroxi!