Pacta sunt servanda

bampo

La Costituzione non può impedire il referendum sull’autodeterminazione del popolo veneto perché l’Italia ha siglato il trattato di New York e quindi non può venir meno alla firma di quel patto internazionale perché ha siglato anche il trattato di Vienna del 23 maggio 1969 che, al comma b) dell’articolo 2 della prima parte, dove viene indicato il significato dei termini adottati , recita:

“b) le espressioni “ratifica”, “accettazione”, “approvazione”, e “adesione” significano, in ogni caso, l’azione attraverso cui uno Stato stabilisce sul piano internazionale il proprio consenso ad essere vincolato dal trattato”

Ciò vuol dire che i trattati internazionali sono sovra ordinati al diritto interno (e quindi anche alla Costituzione) degli stati che li hanno sottoscritti. Questo principio sottoscritto dal governo di Roma dovrebbe bastare a zittire chiunque, perché taglia la testa al toro in merito a quale debba essere l’ordinamento prevalente, ma ovviamente (per il momento) siamo nel paese dei pulcinella e dei voltagabbana e quindi, anche se l’Italia si è scavata la fossa con le proprie mani, tutto può essere stravolto, rinnegato, tradito ecc.

Governi italioti del passato hanno internazionalmente perso la faccia in più occasioni…una più o una meno….per fortuna che l’ONU questa volta potrebbe non stare lì solo ad osservare.

Paolo Bampo
Indipendenza Veneta – Belluno

16 risposte a “Pacta sunt servanda”

  1. Scusate volevo un’informazione per rispondere ad una domanda fattami da un mio amico. Come mai la Cina che è uno stato membro dell’ ONU no accetta che il Tibet diventi una nazione indipendente? Vuol dire che anche l’Italia può opporsi alla nostra decisione di essere uno stato sovrano e non riconoscerci come tale come fà la Serbia nei confronti del Kossovo?

    1. La Cina non ha firmato il Patto di New York e da sempre afferma il dovere della “NON INGERENZA degli stati stranieri negli affari interni di un’altra nazione”. Pechino ha, da sempre, considerato il Tibet territorio cinese e quindi affare interno cinese. Essendo molto antiche le radici storiche della cosa, non è facile stabilire da che parte stia la ragione (ognuno ha la propria verità). Altra cosa, (naturalmente più facile da stabilire), è da che parte stia il sentimento.

      1. il Tibet avrebbe tutti i motivi del mondo per essere indipendente; il fatto è che la Cina è un paese semi-autoritario ed è pronta ad agire militarmente quando vedi lesi i propri interessi nazionali….e il Tibet soccombe. Nessuno, nella comunità internazionale, osa contrapporsi e, nel silenzio globale, si lascia distruggere quel poco che rimane dell’identità tibetana. Tra pochi anni la questione nemmeno si porrà più in quanto la regione verrà completamente cinesizzata.

          1. siamo tutti in attesa…intanto leggo che Zanonato va al Gazzettino…non so…mi sembra un’operazione da incantatore di serpenti che attira le folle per incantare queste…

  2. Mi domando come mai sia stato valido il plebiscito truffa per entrare nel regno d’Italia e non sia altrettanto valido il referendum per vedere se l’Italia debba ancora essere la patria dei veneti. Temo che l’Italia non voglia prendere atto del suo fallimento, che emergerebbe se una parte del suo
    “popolo”rifiutasse di farvi ancora parte. Non c’è democrazia senza libera espressione del popolo. L’occupante italiano getta la maschera…

    1. Non ho mai letto lo Statuto Albertino, per cui può darsi che la mia convinzione sia errata, ma credo che quella carta precedente alla Costituzione repubblicana non prevedesse per lo Stato italiano la possibilità di effettuare una consultazione su Monarchia o Repubblica…eppure è stata fatta. Penso si possa dire che si sia trattato di un atto incostituzionale, se riferito all’Albertino. Esiste quindi almeno un precedente (e non di poco conto) che in Italia si possano fare atti incostituzionali nell’interesse del popolo. Nel caso del nostro referendum: interesse del popolo veneto. ….Se poi non vogliamo riconoscere quello veneto come popolo, beh questa è un’altra faccenda.

  3. Caro P.Nale la Cina pur essendo parte dell’ONU per ovvi motivi di equilibri di geopolitica non è di certo un paese che si può definire democratico e tollerante nel senso proprio del termine. È ancor oggi una sorta di dittatura democratica, cosa ben diversa dall’Italia. Aggiungici anche che a differenza della Cina che è una potenza economica e militare l’Italia non fa paura a nessuno (s

  4. … (se non a se stessa) e in caso di ingerenza nel processo democratico di indipendenza del Veneto la metterebbero subito a tacere le diplomazie internazionali.
    Ciao notte.
    Mau

  5. Grazie per la precisazione a tutti voi. Sarà per questo allora che la Cina ed altri stati non riconoscono il Kosovo come nazione, possono fare altrettanto in caso di un Veneto indipendente? E cmq mi chiedo, è possibile che all’interno dell’ ONU ci siano stati che riconoscono una cosa ed altri no?
    Altra domanda: esistono gli stati membri permanenti del Consiglio che sono le cinque nazioni uscite vincitrici dalla Seconda Guerra Mondiale, ovvero i membri fondatori dell’ONU più potenti politicamente, economicamente e militarmente ( Stati Uniti, Russia, Cina, Regno unito, Francia ), se uno solo di loro pone il veto su una questione geopolitica in teoria anche gli altri stati non possono fare nulla. Mettiamo ad esempio che la Cina metta il veto sul fatto che il Veneto diventi indipendente…. è una cosa che può accadere o sono solo supposizioni e ci sono delle spiegazioni a questo che io e molte altre persone non conosciamo. Scusate ma non me ne intendo molto di politica internazionale ma queste sono domande fattemi da amici a cui ho spiegato il progetto di IV, ma a cui non ho saputo dare una risposta esauriente date le mie lacune in materia. Per questo chiedo il vostro aiuto, grazie!!!

    1. Allo stato attuale non sembra verosimile che i Paesi con diritto di veto possano ostacolare il percorso del Veneto. Non lo hanno fatto sinora con gli altri Stati che sono giunti a nuova formazione negli ultimi anni. La Cina credo inoltre non voglia esprimersi per non violare proprio il principio su cui ha mosso la propria attività politica internazionale di non ingerenza nei fatti interni di altri Stati. Ovviamente tutto è opinabile.

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