Riceviamo e volentieri pubblichiamo
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LE RAGIONI DELL’INDIPENDENZA DELLA PATRIA VENETA
Lo stupore e l’indignazione (ma non il vergognoso sarcasmo) suscitati alla notizia di un eventuale referendum per l’indipendenza della Venezia (Veneto, Friuli e provincia di Mantova: questo il progetto complessivo) sembrano fondati. Ma i cittadini italiani che chiedono il Rinascimento della patria veneta sanno bene le loro ragioni e credo sia dovere di tutti sentirle almeno elencare. Tali ragioni, molto forti, sono di natura giuridica e storica.
Giuridica: la Costituzione, di cui tanto si invoca l’art . 5 perché dichiara l’unità e indivisibilità statali, all’art. 2 (si noti la precedenza) riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia in quanto individuo come associato; tali diritti (nessuno può negarlo, ma si finge di dimenticarsene) sono dunque preesistenti alle leggi e alla stessa Costituzione. E l’art. 3 sancisce e consacra il principio, assolutamente intangibile, dell’eguaglianza di tutti davanti alla legge. Che la forma dello Stato sia e debba (si dice) restare quella repubblicana è fissato solo all’art. 139. Dal che risulta chiaro: i cittadini godono di diritti previi, naturali, sia come individui che come Popoli, e la Costituzione, lungi dal volerli violare, si impegna solennemente a garantirli. Ora, si sa, uno dei primissimi diritti dei Popoli è quello di autodeterminazione. In caso di conflitto, pertanto, deve essere l’art. 5 che si uniforma alle esigenze dell’art. 2, non mai al contrario, come vorrebbero fare gli unitaristi ad ogni costo!
Storica: il generale Bonaparte chiese e ottenne dal Maggior Consiglio di Venezia, titolare della sovranità della repubblica di San Marco, la cessione della stessa sovranità al popolo; ma non chiese la fine dello Stato repubblicano come tale (la tanto nominata caduta della Serenissima non è mai avvenuta). E, infatti, consegnò la Venezia all’Austria come Stato e l’Austria lo considerò ancora come Stato ossia regno, fino al 1859 unito a quello, altrettanto indipendente, della Lombardia, poi fino al 1866 del tutto a sé. Fu solo in vista (cioè prima) dell’annessione al regno d’Italia (dei Savoia) che il regno della Venezia venne arbitrariamente declassato, con lampante violazione del diritto internazionale, ad agglomerato di province senza storia e senza sovranità e, perciò, dichiarate italiane (qualifica che prima i Veneti non avevano mai avuto), prima ancora della farsa del referendum. E’ innegabile che un Popolo non perde la sovranità solo perché un nuovo governo gliela dichiara decaduta e pretende che lo ammetta, altrimenti bisognerebbe dire che ogni ladro ha diritto di tenersi quello che ha preso, per il semplice fatto che l’ha preso, il che è un assurdo.
don Floriano Pellegrini
Caro Don Floriano, aspettavo da tempo di leggere l’intervento di un cattolico in merito alla questione dell’indipendenza. Attorno all’unità d’Italia in forza del provvidenzialismo mazziniano è stata costruita una sorta di teologia laica con il risultato che molti credenti sono giunti al punto di confondere ciò che è sacro da ciò che sacro non è, la fede dalla retorica patriottica che spesso ne impiega fin anche il linguaggio. Le sarei grato se potesse esprimere la sua opiniome di credente in merito alle responsabilità dello stato unitario nella secolarizzazione del Veneto e relativamente alla partecipazione del mondo cattolico a questo disegno politico. Grazie
Mi permetto di segnalare:
http://alexstorti.wordpress.com/2012/09/20/lucky-update-pacate-riflessioni-sullindipendentismo-veneto/
Salve Don Floriano, ci è voluto molto tempo, ma alla fine la brace sotto la cenere ha riacceso il fuoco indipendentista.
Ci hai raccontato le tue vicissitudini per aver espresso, pubblicamente, l’auspicio affinchè la Serenissima ritorni e ci affranchi dai ladroni.
Dal nostro incontro è passato più di un anno, siamo venuti a trovarti a Coi dove abbiamo potuto ammirare, dal tuo “museo” privato, quanto sia intenso l’attaccamento al popolo Veneto.
Da allora ne è passata acqua sotto i ponti e sono cambiate diverse cose:
-prima di tutto siamo riusciti a “selezionare” una classe dirigente degna di questo nome e abbiamo scaricato urlatori senza idee, cadregari, opportunisti e/o quanti pensavano di ottenere la nostra libertà facendo una semplice passeggiata.
Avrai avuto modo di constatare i risultati che i nostri super “capi” sono riusciti a mettere a segno, la coesione, la collaborazione e la coriacità che sono riusciti a mettere in campo ha dell’incredibile, fossi credente direi che è un miracolo, un vero miracolo quello che riescono a fare e sono convinto che il bello deve ancora venire.
Mi ha colpito però l’inerzia dei bellunesi.
In occasione delle elezioni del sindaco di Belluno ho provato a contattare il BARD, ma la loro collaborazione ci è stata negata perchè credono nell’italia dichiarando che hanno avuto più dall’italia che da Venezia, è incredibile, ho chiesto loro cosa avessero ottenuto con l’italia, non ho mai ricevuto risposta. Chiusura totale!
Anche durante un incontro col sindaco di Zoldo Alto abbiamo ricevuto le stesse risposte.
Tu sei di quei territori e avrai avuto modo di conoscere persone attente al percorso indipendentista, di queste persone abbiamo, nel bellunese, veramente bisogno!!!
I migliori saluti
Giannarciso e Monica
mah!
so’ restà a boca verta.
pì che par el scrito, so’ restà par coel che ghe xe drìo.
e cusì tanto amor par la tera, libartà, e respeto uman me gà ciamà suito in mente paolo sarpi.
so’ sensa parole anca deso… co tanto piaxer.