Oggi, come un anno fa, ero in viaggio di ritorno dalla Francia, ero carico in vista delle elezioni amministrative, ma mai come ora. Viaggio no stop Parigi Verona, Verona Curtarolo, presentazione dei candidati sindaco, una delle prime volte che vedevo Luca Azzano Cantarutti e Lodovico Pizzati. Gianluca Busato che mi da forza: 300 persone davanti a me, davanti a noi, ci sembravano una folla infinita!
Giorno dopo giorno, mese dopo mese, ci siamo moltiplicati: 3.000 a maggio 2012 alla consegna delle prime firme in regione, 10.000 non più tardi di una settimana fa a Venezia e ieri 30.000, 30 mila.
Passo dopo passo siamo cresciuti, con tanta fatica ci siamo moltiplicati e ad ogni incontro e a quello successivo resto estasiato di quanto i Veneti siano attaccati a noi e credano in noi!
La nostra onestà, il nostro impegno stanno premiando il lavoro di tutti, ma soprattutto rendono onore ai Veneti che credono in questo percorso!
Mi sento in dovere di ringraziare tutti per lo sforzo enorme che è stato fatto per raggiungere questo step, che per noi non dev’essere un traguardo, ma bensì un altro obiettivo raggiunto; la strada è ancora lunga, la salita sarà ancora più ripida, ma la nostra forza è la nostra unione per il nostro fine comune: l’indipendenza del Veneto.
Concentriamo le nostre forze per aiutare i nostri candidati sindaco alle prossime amministrative per raggiungere, con l’utilizzo della legalità che ci contraddistingue, le cariche istituzionali che ci permetteranno di indire il referendum che, la maggioranza dei Veneti richiede a gran voce, ma che le attuali amministrazioni locali e regionali ignorano.
Avanti Indipendenza Veneta, avanti indipendentisti, la breccia è aperta, è ora di far crollare il muro.
Giuliomaria Turco
Indipendenza Veneta
IL NOSTRO CAMMINO INESORABILE VERSO L’INDIPENDENZA http://t.co/x0ADQNONN0
per vincere a treviso e vicenza si dovra lottare spero che farete dei comizi a ripetizione in piazza..dobbia immitare grillo..con la bella stagione tutti nelle piazze cosi si potrebbe coinvolgere piu gente..e spero arriviate anche a conegliano..magari in piazza cima..viva l indipendenza
dovete farvi conoscere come potete avere l’indipendenza se quasi tutto il veneto non vi conosce? questo è il periodo giusto per voi dai andate in piazza di ogni paese organizzate sagre feste ecc. non solo a treviso sicuramente tutti i veneti vi verranno incontro perchè siamo stanchi di come vanno le solite cose qui in italia
Mi chiedo come reagiranno tante persone che come me hanno sempre avuto un forte amore per la patria, quando a loro sarà posto il quesito Italia sì – Italia no… io sono sempre vissuto in un contesto patriottico dato che sono un alpino ( vivo in un territorio fortemente alpino ) e tutt’ora faccio del volontariato con questa associazione. Penso che se dovessi parlare seriamente di indipendenza in certi contesti mi troverei in seria difficoltà, perchè con qualche amico è facile lasciarsi andare e dire come la pensi, ma con il resto delle persone che hanno rispettato certi valori e principi non è semplice andare là e dirgli che devono cambiare tutto quello in cui hanno sempre creduto! In questi giorni nelle mie riflessioni pensavo cosa posso rispondere se mi viene detto che queste idee di indipendenza offendono i nostri morti che sono caduti sul monte Grappa, sul Piave e che hanno dato la vita per la libertà dei nostri popoli dallo straniero. Mi sono risposto da solo… Le guerre ci hanno insegnato una cosa fondamentale : OGNI POPOLO HA DIRITTO ALLA SUA LIBERTA’!!! I nostri caduti, sono morti per guadagnarsi la libertà, quindi anche noi se ci sentiamo oppressi e non più rispettati come popolo, dobbiamo lottare per la nostra libertà!
W IL VENETO… W LA LIBERTA’ !!!
Buonasera Lupoazzurro,
Mio padre è stato caporal maggiore istruttore degi alpini, anche se limitatamente al periodo di leva, che ai suoi tempi durava un paio d’anni.
Il suo reparto era l’artiglieria da montagna, che, mi si dice, sia il più illustre insitamente al Corpo degli alpini.
Domenica scorsa, da solo, è sceso dalla sua zona residenziale di Asiago, con circa un metro di neve fresca, con la propria auto, dopo averla liberata dal manto nevoso e si è recato al seggio di Vicenza a cui risulta iscritto, per votare Indipendenza Veneta.
Mio padre ha 82 anni, gli sono state inserite due protesi nelle anche e una al ginocchio destro e per deambulare necessita di due bastoni telescopici.
Credo non ci sia altro d’aggiungere, in quanto il mio resoconto si conclude da solo.
Anche io sono alpino. Secondo me la questione si risolve molto semplicemente. Storicamente il Regno d’Italia ha fatto molte guerre, da lei stessa provocate (Libia, Somalia etc), ed entrò nelle due guerre mondiali quando avrebbe potuto tranquillamente rimanere neutrale (difatti entrò un anno più tardi in entrambe le guerre). Queste guerre non servivano a difendersi da qualche stato straniero, ma solo per far arricchire i grandi industriali che il Re doveva ricompensare per il loro appoggio (Agnelli in primis). Un’altro scopo era di ingegneria sociale, ossia creare l’Italiano, facendo combattere assieme Sardi, Romani, Piemontesi, Veneti etc, per far sì che sorgesse lo spirito e l’orgoglio per la patria, il tutto condito con propaganda continua. Erano tutte guerre evitabilissime, ma l’Italia preferì far sprofondare il paese nella distruzione sacrificando intere fasce generazionali.
Tutti quegli alpini poco più che ragazzini, che venivano trucidati dagli austriaci, lanciati diretti verso il suicidio, oppure ammazzati dai carabiniri italiani dietro le fila, se cercavano di indietreggiare… Tutti quegli uomini mandati in Russia con delle scarpe di cartone… tutti gli etiopi gassati e bruciati vivi dai bravi soldati italiani… tutta quella gente non è morta per l’Italia, ma PER COLPA DELL’ITALIA. Patriottismo italico finito..
bravo daniele, anche io rispondo così quando mi criticano per le mie idee indipedentiste……..e loro stanno zitti perchè sanno che è vero
Egregio, trovo semplicistico affermare con sicurezza che l’Italia avrebbe potuto evitare tutte le guerre. La situazione geopolitica anche allora era complessa ed e’ molto difficile non dover mai combattere. Trovo invece degno di rispetto e comprensione il conflitto spirituale (che cmq mi sembra lui abbia abbastanza risolto) di Lupo Azzurro. E’ sbagliato negare gli ideali patriottici e dire che l’Italia non abbia fatto niente di buono. Pero’ purtroppo da un po’ di anni, per vari motivi, la situazione e’ degradata in modo drammatico; lo Stato italiano poi non ha piu’ QUASI NESSUNA SOVRANITA’. Tutto cio’ offre molti motivi di giustificazione a chi vuole salvarsi ribellandosi. Il problema e’ riuscirci.
Daniele…anch io ho fatto l alpino,ma quello che dici è sacrosanto!
Questa italietta non ha più nessun senso,non mi sento rappresentato da essa e in quanto tale credo nell indipendenza!
pensare agli alpini esclusivamente come a un corpo militare è una distorsione inaccettabile indotta da quest’italia raffazzonata e matrigna che non ha saputo far di meglio che mandare in massa il suo popolo verso distruzioni e guerre, imbellettandosi poi con parate e sbandieramenti sempre coinvolgenti da vedere e da portare in giro nel territorio dalle Alpi al Gran Sasso alla Sicilia… il meraviglioso spirito di corpo che si è sviluppato, forgiato dalle difficoltà della montagna, è un peccato che venga svilito da questa strumentalizzazione patriottarda… chiunque caduto pensando di morire per la patria è e sarà sempre degno di onore e rispetto, ma dobbiamo anche pensare che questo è uno di quei concetti sovranazionali e non degradabili a strumentalizzazioni, da qualunque parte si facciano.
Ora sono andati in pensione anche i muli, mi sembra, e degli Alpini mi sembra siano rimasti i Veci, al di là dei corpi specializzati da mandare in giro per il mondo …ma le Alpi sono sempre lì e sono nostre e la gente di montagna è e rimane per fortuna attaccata al suo territorio perchè lo ama, e lo vuole e lo sa difendere, ed è la prima a subire l’invasione di strutture che nascono lontano e vi si insediano formando una ragnatela che spesso è di impedimento anzichè di sviluppo per la vita delle nostre montagne.
Riappropriamocene… il Cadore dai suoi boschi fluitava i lunghi tronchi lungo la Piave perche a Venezia si costruissero le navi, il Cansiglio divenne con la selezione appropriata e intelligente delle specie il bosco “da remi” …oggi, celebrato come meraviglia del demanio pubblico in autunno, è alla mercè dell’incuria arborea e faunistica… insomma anche il territorio montano non ha che da giovarsene se viene restituito alla sua originaria antica gestione.
Scusatemi le digressioni… ma soffro quando sento il Cadore come conquista savoiarda e ancor di più quando sento la gente che vi abita, e quelli che ne parlano e ne scrivono sui libri, piegarsi alla vulgata sui suoi ultimi micidiali duecent’anni di storia.